Vittorio Emanuele III è rientrato in Italia con un aereo militare. Le spoglie del penultimo re italiano sono partite da Alessandria d’Egitto alla presenza di alcuni familiari e del nostro ambasciatore Giampaolo Cantini e sono arrivate a Vicoforte per essere tumulate nel santuario della città nel cuneese accanto a quelle della moglie Elena Savoia arrivate dalla Francia.
Le polemiche si stanno susseguendo. Partigiani e comunità ebraiche hanno protestano per un episodio che testimonia la volontà dello Stato italiano di chiudere una delle pagine più nere della nostra storia. C’è chi come il nipote Filiberto, addirittura, ne chiede la sepoltura al Pantheon.
Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, non ha nascosto la propria preoccupazione per il clima “di rimozione della memoria:
“In un’epoca segnata dal progressivo smarrimento di Memoria e valori fondamentali il rientro della salma del re Vittorio Emanuele III in Italia non può che generare profonda inquietudine, anche perché giunge alla vigilia di un anno segnato da molti anniversari.
La massima esponente dell’Ucei si riferisce all’ottantesimo anniversario della leggi razziali, di cui Vittorio Emanuele III fu complice:
“Per chi oggi vuole farne un eroe o un martire della Storia per chi ancora chiede una sua solenne traslazione al Pantheon, non può che esserci una risposta: nessun onore pubblico per chi porta il peso di decisioni che hanno gettato discredito e vergogna su tutto il paese”.
Cosa c’è sotto questa vicenda?
Perché sono state fatte tornate le spoglie di un re che non firmò lo stadio d’assedio proposto dal governo Facta e mise il paese nelle mani di Benito Mussolini?
Perché sono state fatte tornate le spoglie di un re che non condannò il delitto Matteotti (che indebolì per qualche mese Mussolini) e chiuse gli occhi davanti ai massacri in Etiopia?
Perché sono state fatte tornate le spoglie di un re che firmò l’abominio delle leggi razziali e non proliferò parola contro l’alleanza con la Germania nazista?
Domande che non avranno risposta. Come non avrà risposta il motivo per cui Vittorio Emanuele III accettò l’armistizio ma poi scappò da Roma, abbandonando l’esercito e lasciandolo, di fatto, nelle mani del nemico?