Usa: La famiglia Khalidi tra soldi, potere e propaganda palestinese #Parte 2

Victor Scanderbeg Romano
Victor Scanderbeg RomanoAnalista Storico-Politico
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Medio Oriente

Usa: La famiglia Khalidi tra soldi, potere e propaganda palestinese #Parte 2

Medio Oriente
Victor Scanderbeg Romano
Victor Scanderbeg RomanoAnalista Storico-Politico


Torniamo a Ismail Khalidi. Lo avevamo lasciato al suo ultimo anno di segretariato presso l’IAAA, nel 1948. In quell’anno nasce anche suo figlio Rashid Khalidi. Dopo gli studi a Yale e Oxford, alla fine degli anni settanta insegna all’American University of Beirut, la stessa dove si era laureato il padre e dove lo zio Walid è professore di Political Studies. Per ragioni di puro merito, Rashid diviene proprio Assistant Professor in questa materia. La sua vicinanza alla PLO diviene sempre più manifesta (sebbene Rashid abbia tentato più volte di negarla), tanto che viene spesso identificato come facente parte della Wafa, l’agenzia di stampa della PLO. Sempre per puro caso, Rashid sposa proprio un’impiegata della Wafa, Mona Khalidi.

Rientrato negli States, Rashid diventa professore alla Columbia, alla Georgetown e all’Università di Chicago. Ma è con la Columbia che stringe il legame più forte, divenendo Edward Said Professor di Modern Arab Studies. È anche direttore del Middle East Institute della Columbia’s School of International and Public Affairs, che ora viene considerato un istituto “altamente politicizzato”.
Oltre a questo, dirige il Journal of Palestine Studies, altro organo di propaganda spesso considerato indipendente. L’equivoco nasce dal fatto che viene pubblicato dalla University of California Press, ma nelle citazioni si omette spesso il dettaglio che a pagare la stampa è Institute for Palestine Studies, fondato, come già detto, dallo zio Walid.

Alla Columbia riesce a vincere un concorso anche la moglie di Khalidi, Mona, che tuttora occupa la carica di Assistant Dean of Student Affairs.

Di conseguenza, Rashid Khalidi, come già accaduto per il suo mentore Edward Said, ha il permesso di insegnare alle future generazioni di americani delle menzogne conclamate sulla storia della Palestina e di Israele. Dopo oltre dieci anni di insegnamento continuativo di Khalidi, la Columbia è oggi considerata il terreno più fertile per la crescita di sentimenti anti-israeliani e anti-semiti.

Vale la pena sottolineare che, lo scorso anno, Khalidi ha convinto gli organi direttivi della Columbia a invitare presso il suo ateneo il fondatore del BDS e noto antisemita Omar Barghouti, che ha lì tenuto una lunga conferenza. D’altronde, la posizione politica di quest’ultimo è molto vicina a quella di Rashid, il quale ha sostenuto più volte che gli attacchi suicida contro gli israeliani vanno considerati “resistenza legittima”, che l’IDF è “un’arma di distruzione di massa”, e che Israele è uno stato “razzista” e promotore di “apartheid”.

La questione dell’islamizzazione dei campus americani è però un argomento molto vasto e meriterebbe un articolo a parte.

Rashid Khalidi con Michelle e Barak Obama (2003)

Rashid Khalidi con Michelle e Barak Obama (2003)

Fra tutti i Khalidi, Rashid è senza dubbio il più pericoloso. Il suo programma di demolizione storico-politica di Israele, ormai rivelatosi essere l’altra faccia del programma di distruzione economica (BDS) dell’unica democrazia mediorientale, era (ed è) ben conosciuto da uno dei suoi amici più cari: Barack Hussein Obama.
Non temete, non ho alcuna intenzione di trascinarvi in elucubrazioni da complottista. Tutti i fatti riportati sono stati accertati e documentati. Si preferisce però menzionarli il meno possibile per non suscitare l’indignazione dei sostenitori di Obama e della comunità musulmana statunitense.
L’attuale Presidente degli USA mantiene da decadi uno stretto rapporto con la famiglia Khalidi, tanto che, alla sua cena d’addio di Rashid all’università di Chicago, l’allora senatore Obama fece un discorso in cui ricordava gli ottimi pranzi preparati da Mona Khalidi e le lunghe discussioni che avevano posto a dura prova i “suoi pregiudizi”.

Oltre ai rapporti amicali, fra Obama e i Khalidi ci sono sempre state convergenze politiche ed economiche difficili da equivocare. Rashid e sua moglie Mona hanno fondato, nel 1995, l’Arab American Action Network (AAAN). Pur trattandosi dell’ennesimo istituto di propaganda creato dai Khalidi e mascherato da ente promotore di studio e integrazione, riceve ben presto dei sostanziosi finanziamenti. Il Woods Found of Chicago, sotto la direzione di Obama dal 1994 al 2002, versa infatti nelle sue casse $ 40.000 nel 2001 e $ 35.000 nel 2002. Non si tratta però di mera generosità, visto che Rashid Khalidi aveva partecipato in modo attivo alla raccolta fondi per la campagna elettorale di Obama del 2000 (quando non fu eletto al Parlamento).

L’AAAN, sotto la presidenza di Mona Khalidi, spende bene quei fondi. Quello che dovrebbe essere un istituto volto all’integrazione dei musulmani americani si rivela per quello che è. Nel 2005, presso la DePaul University, organizza un evento artistico sulla Nabka che riporta nella presentazione:

“la struggente e continua tragedia della vita in Palestina… sotto l’occupazione israeliana… la demolizione delle abitazioni… il martirio… la lotta eroica per la vita, la salvezza e la libertà”

2012 A2.2 Amin_al_Husseini_und_Adolf_HitlerQualche anno dopo invece ne tiene un altro intitolato “Al Nakba 1948 as experienced by Chicago Palestinians”. Nulla di sorprendente, specie avendo presente il fatto che l’AAAN ha avuto a lungo Ali Abunimah, fondatore di Electronic Intifada, che da quasi 15 anni porta avanti il paragone fra Germania nazista e Israele.
Rashid e Mona Khalidi hanno un figlio, Ismail (come il nonno), anch’egli attivo nella propaganda arabo-palestinese. A differenza del padre, il mezzo usato da Ismail è il teatro. La sua opera “Tennis in Nablus”, del 2010, narra la fine della Rivolta Araba del 1936-1939, vista come un eroico tentativo di liberare i territori arabo-palestinesi dalla presenza inglese ed ebraica.

Un lavoro men che mediocre, ma che viene sponsorizzato dal Middle East Institute della Columbia University, diretto dal padre.

Ismail Khalidi scrive anche diversi articoli per dei quotidiani americani. In ognuno di questi tenta di far passare gli arabi di palestina per pacifisti convinti, mentre gli israeliani assumono sempre i tratti di violenti prevaricatori.

In un suo articolo del 2010 per l’Atlanta Journal-Constitution leggiamo:

“C’è un crescente movimento non-violento contro l’occupazione e il “muro di separazione” illegale eretto da Israele. Il muro è più alto e si estende di più rispetto a quello di Berlino.
Le proteste contro il muro sono condotte dagli abitanti dei villaggi che sono stati tagliati fuori dai loro parenti e dalle loro proprietà dall’onnipresente distesa di cemento e filo spinato. Nei villaggi di Bil’in e Na’alin, le proteste pacifiche portate avanti ogni settimana trovano puntalmente rubber bullets, gas lacrimogeni e manette.”

Insomma, dalle famose mappe false sull’espansione israeliana alla scriteriata interpretazione del Piano Dalet, dai pamphlet di propaganda contenenti falsi storici all’appoggio completo al BDS, la famiglia Khalidi ha rappresentato e rappresenta tuttora una delle colonne portanti del movimento che vuole la totale distruzione della verità storica relativa agli ebrei e a Israele.

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