Usa, FBI arresta un uomo che aveva minacciato di “uccidere tutti gli ebrei” di Fort Wayne

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Usa, FBI arresta un uomo che aveva minacciato di “uccidere tutti gli ebrei” di Fort Wayne

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Il crescente antisemitismo negli Usa nasconde l’insidia della sottovalutazione. Esemplificativo in questo senso è la vicenda di Jeffrey Stevens, un reporter freelance che rischia fino a cinque anni di carcere perché accusato di aver minacciato di “uccidere tutti gli ebrei” e di “sparare contro ogni esponente del governo americano a favore di Israele” nella sua città, Fort Wayne, in Indiana.

Le minacce di Stevens sono datate novembre 2023 e alcune sono, addirittura, state postate sul sito della CIA, ma la Federazione ebraica locale (Jewish Telegraphic Agency) è stata avvertita con cospicuo ritardo:  

“Lo abbiamo scoperto solo due giorni fa e l’intero incidente è avvenuto a novembre” ha tuonato il direttore esecutivo della JTA, Jaki Schreier, che ha aggiunto: “NON SIAMO FELICI per non dire altro”.

Il maiuscolo non è nostro, è dello stesso Schreier, che nella mail ha espresso tutto il suo disappunto per esser stato avvertito solo molto tempo dopo i fatti che hanno visto protagonista Jeffrey Stevens, segnalato dopo alcuni post su Facebook a seguito della strage del 7 ottobre.

Schreier ha detto che presto incontrerà la Secure Community Network, un’organizzazione no-profit che coordina la sicurezza delle istituzioni ebraiche americane, per discutere del motivo per cui la comunità ebraica non è stata informata prima della minaccia.

Fort Wayne è la seconda città più grande dell’Indiana e conta attualmente circa 450 famiglie ebraiche tra i suoi circa 250.000 residenti, messi a rischio perché qualcuno ha ritenuto che scrivere di voler uccidere tutti gli ebrei della città non equivalesse a provarci.

Perché, come purtroppo spesso accade, le autorità locali tendono a minimizzare o come in questo caso a non informare i loro omologhi degli enti ebraici.

Dal 7 ottobre, giorno del massacro del gruppo terrorista arabo-palestinese Hamas contro i civili del sud d’Israele, negli Stati Uniti c’è stata un’impennata di odio antiebraico: nelle università, nei luoghi di lavoro e in altri che caratterizzano la vita di ogni cittadino.

L’errore da non fare, però, è quello di pensare che prima del brutale attacco di Hamas, l’antisemitismo non fosse un problema radicato nella società americana. Ben prima di quel maledetto sabato di cinque mesi fa, gli Usa erano uno dei paesi con il più alto tasso di odio antiebraico.

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