Israele ha ucciso a Gaza un altro responsabile del massacro del 7 ottobre, il terrorista e comandante della Forza Nukhba di Hamas, Muhammad Abu Attawi.
In quello che è stato chiamato l’11 settembre israeliano, Attawi aveva guidato l’uccisione e il rapimento di civili da un rifugio antiaereo sul ciglio della statale 232, vicino al kibbutz Re’im, salito alle cronache per essere stato il luogo dove avevano provato a trovare rifugio i giovani del Nova festival.
Nei giorni seguenti a quel maledetto giorno, quel rifugio è divenuto uno dei simboli della barbarie perpetrata dal terrorismo arabo-palestinesi contro i civili della parte meridionale di Israele.
Lì i terroristi arabo-palestinesi guidati da Hamas, armati fino ai denti, avevano gettato granate nel piccolo edificio contro ragazzi inermi, che hanno avuto la sfortuna di incrociare la sete di sangue della mendace resistenza contro lo Stato ebraico.
A guidare il massacro nel Massacro Muhammad Abu Attawi, sì un terrorista ma anche un dipendente dell’UNRWA. A certificarlo è stata la stessa agenza Onu, secondo cui il nome di Attawi era presente in una lettera ricevuta da Israele lo scorso luglio, nel quale venivano elencati almeno 100 membri dello staff accusati di appartenere a gruppi terroristi, tra cui Hamas.
Non solo, perché una conferma “indiretta” è arrivata anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che venerdì in un post su X ha scritto:
“E nella Striscia di Gaza centrale un attacco ha tolto la vita a un altro dei nostri colleghi dell’UNRWA”.
Quel nostro collega era proprio Muhammad Abu Attawi, di cui Israele aveva annunciato l’uccisione il giorno precedente.
All’Onu si piange la morte di un terrorista arabo-palestinese e uno dei capi responsabili degli attacchi del 7 ottobre.
Quell’agenza che dovrebbe salvaguardare e promuovere la pace nel mondo.
Una frase che è sempre di moda è: “Chi controlla il controllore?”