Cortocircuito organizzativo, sciattezza o semplice gaffe (a voler esser buoni per forza). È l’incredibile vicenda denunciata dal senatore Lucio Malan (Forza Italia) in merito al “Premio internazionale giornalistico e letterario Marzani”, che si è tenuto alcune settimane fa s San Giorgio del Sannio, in provincia di Benevento.
L’undicesima edizione del premio ha visto i patrocini di Commissione europea, Camera dei Deputati, il ministero degli Esteri e università del Sannio: nessuna di questi istituzioni però si è resa conto di aver premiato un giornalista vicino agli Hezbollah e un altro arrestato due volte in Italia.
Il premio è stato conferito al giornalista Ibrahim Farhat della tv Al Manar che risulta affiliata a Hezbollah, ritenuta un’organizzazione terroristica da Usa, Francia e Canada e come ha ricordato Malan:
“La cosiddetta ala militare di Hezbollah è considerata organizzazione terroristica anche da Australia, Regno Unito ed Unione europea”.
Ricapitolando: l’Unione europea considera l’ala militare di Hezbollah un’organizzazione terroristica e conferisce un premio a un giornalista vicino a gruppo nato in Libano nel 1982.
Al Manar è oscurata in mezza Europa e condannata dallo stesso Europarlamento, ma nessuno ha opposto resistenza all’assegnazione del premio.
La bizzarria della vicenda assume contorni ancora più grotteschi se consideriamo che durante lo stesso evento è stato premiato anche Ibrahim Masoumi Nejad:
“Un inviato iraniano della televisione di Stato dell’Iran, arrestato due volte in Italia, sospettato di inviare in Iran materiale dual use”.
Semmai ce ne fosse bisogno, l’organizzazione terroristica di Hezbollah è accusata di diversi attentati, tra cui: a Beirut nel 1983, in cui morirono 305 persone fra americani e francesi, in Argentina nel 1992 contro l’ambasciata israeliana e due anni dopo contro un centro culturale ebraico, in cui morirono rispettivamente 29 e 85 persone, e quello all’ambasciata israeliana a Londra che portò alla morte di 29 persone.
L’organizzazione terroristica di Hezbollah minaccia costantemente l’esistenza di Israele e dei suoi cittadini, grazie all’ampio arsenale messo a disposizione dell’Iran, un altro paese che vorrebbe la distruzione dello Stato ebraico.