Una coalizione musulmana contro ISIS

Istituita la terza coalizione internazionale che bombarderà in Siria e Iraq

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Una coalizione musulmana contro ISIS

Istituita la terza coalizione internazionale che bombarderà in Siria e Iraq

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L’Arabia Saudita ha annunciato la creazione di un’altra coalizione internazionale per fermare l’ISIS. Questa nuova alleanza sarà composta da 34 paesi musulmani e avrà un centro operativo a Riyadh, la capitale del regno saudita. L’obiettivo della coalizione sarà quello di “combattere il terrorismo con ogni mezzo” si legge in un comunicato diramato dall’agenzia stampa nazionale.

Non farà parte della coalizione l’Iran, il rivale regionale dei sauditi. In compenso però parteciperanno altri paesi musulmani lontani dall’area mediorientale come il Pakistan, la Malaysia e il Mali. Altri 10 paesi contribuiranno con supporto logistico ma non condurranno raid contro lo Stato Islamico.

Al momento l’Arabia Saudita, oltre ad essere presente nell’altra coalizione guidata dagli Stati Uniti, è impegnata in un’altra campagna militare in Yemen contro i ribelli sciiti Houthi.

Nel frattempo negli Stati Uniti fanno discutere le dichiarazioni del generale Joseph Dunford che ha giudicato vani gli sforzi condotti dagli USA per combattere la propaganda dello Stato Islamico. In particolare è stato sottovalutato dall’occidente il potere del Califfato sui social media, una forza in grado di affascinare moltissimi giovani musulmani. Secondo Dunford, precedentemente a capo del Corpo dei Marine, i governi occidentali non stanno prendendo sul serio le minacce dell’ISIS e la loro dialettica violenta con quest’ultima in grado di far leva sui sentimenti di rancore dei musulmani non integrati nelle società.

Obama dal canto suo sembra aver recepito il messaggio: a margine dell’ultimo incontro al Consiglio di Sicurezza Nazionale il Presidente americano ha annunciato che i prossimi obiettivi dei raid della coalizione saranno i vertici dello Stato Islamico. Inoltre Obama ha affermato che grazie agli sforzi della coalizione l’ISIS ha perso circa il 40% dei territori precedentemente controllati in Iraq. Il Presidente degli Stati Uniti ha insistito sul fatto che non verranno inviati contingenti di terra.

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