Il quotidiano israeliano Yediot Aharonot ha scoperto e pubblicato un documento, datato Agosto 2013 e finora rimasto segreto, che descrive in dettaglio un’offerta di pace con i Palestinesi presentata da Benjamin Netanyahu durante il suo secondo mandato come Primo Ministro. Il documento smentisce buona parte delle critiche che vedevano Netanyahu immobile e intransigente sui negoziati in quanto presenta dei compromessi molto significativi, forse l’offerta più sostanziosa mai offerta da una Primo Ministro israeliano dall’inizio del conflitto.
Secondo questo documento Netanyahu avrebbe acconsentito a negoziare un patto sulla base dei confini del 1967 con una serie di scambi di territori, Gerusalemme Est capitale dello Stato palestinese, l’evacuazione di molti coloni dalla West Bank o comunque la possibilità per questi di rimanere sotto la sovranità palestinese. Questi negoziati segretissimi sarebbero stati affidati a Yitzhak Molcho e Hussein Agha rispettivamente consiglieri personali di Netanyahu e Abbas. Hussein Agha è un professore di Oxford nato in Libano che ha fatto parte dell’OLP da giovane ed è considerato una delle persone più vicine al Presidente dell’ANP, mentre Molcho è stato il capo negoziatore della squadra designata da Tsipi Livni per gli ultimi colloqui di pace mediati dagli Stati Uniti.
Per quanto riguarda i confini, il documento prevede un graduale ma completo ritiro israeliano dai territori palestinesi con le ultime forze che avrebbero fatto rientro in Israele dopo l’implementazione finale dell’accordo. Quella dei confini del ’67 è una delle questioni su cui Netanyahu è sempre stato considerato irremovibile e appare sorprendente una decisione del genere sulla scorta delle sue dichiarazioni che hanno sempre visto questa possibilità come “catastrofica per la sicurezza di Israele.”
Anche il cosiddetto Diritto al Ritorno dei palestinesi viene menzionato: in questo caso Israele offrirebbe un Diritto al Ritorno per i palestinesi su base personale e non nazionale, ulteriori informazioni non vengono fornite dal documento. Sulla controversa questione di Gerusalemme, l’articolo che la riguarda è molto vago ma presenta un chiaro avvertimento: “qualsiasi soluzione deve tenere conto degli storici, sociali e culturali legami di entrambi i popoli alla città e offrire effettiva protezione a tutti i luoghi sacri.”