L’Ucraina ha indetto una festa nazionale per onorare Stepan Bandera, esponente nazionalista e antisemita ucraino. L’ex repubblica sovietica ha deciso che il primo gennaio sarà una “solennità patriottica” per onorare la nascita di colui che durante l’occupazione nazista, collaborò con il Terzo Reich nei rastrellamenti degli ebrei.
La proposta di consacrare il primo giorno dell’anno per ricordare Stepan Bandera è stata fatta dal Partito radicale e dal movimento Batkivshchyna (Madrepatria), formazioni politiche nazionaliste, che l’hanno presentata come “diretta a celebrare, dopo anni di oblio, un pioniere dell’indipendentismo ucraino”.
Pioniere dell’indipendentismo ucraino che dopo la Seconda Guerra Mondiale avrebbe abbandonato il suo paese per emigrare in Germania, precisamente a Monaco di Baviera, città in cui avrebbe fondato un movimento anticomunista e sarebbe stato assassinato dal Kgb nel 1959.
Che la proposta sia stata fatta da partiti politici nazionalisti non deve trarre in inganno. Confinare la decisione all’interno di queste formazioni politiche è un errore, perché il disegno di legge ha rapidamente riscosso un consenso trasversale.
Inutili le ripetute condanne pronunciate dall’ambasciatore israeliano e dai vertici Ue.
L’Ucraina, inoltre, aveva indetto celebrazioni in onore di altri esponenti nazionalisti che si sono macchiati di “collaborazionismo” e di “antisemitismo” come in occasione dei finanziamenti accordati per la realizzazione di un monumento a Symon Petliura, indipendentista ucraino che negli Anni 20 del Novecento fu responsabile dell’organizzazione di “pogrom antiebraici”.
L’antisemitismo e le celebrazioni di filonazisti sono diventati una costante nell’Europa attuale, che non riesce a fronteggiare un virus che già in passata l’ha infettata con conseguenze drammatiche.