Più di settecento persone hanno presenziato al Palazzo dei Congressi di Lugano a Swiss Israel Day, evento che ha celebrato i 69 anni della Fondazione dello Stato di Israele e i 68 anni delle relazioni diplomatiche tra Svizzera e Israele. Ospite d’eccezione Tzipi Livni, personaggio di spicco della politica israeliana. Una carriera militare alle spalle, ex ministro degli Esteri e della Giustizia, già vice Primo ministro e per un breve periodo primo ministro ad interim. E’ stata inoltre capo delegazione in due round di trattative di pace con l’Anp, nel 2008 e nel 2013. Oggi Tzipi Livni è leader del partito HaTnuah, da lei stessa fondato, e membro della Knesset. Fa inoltre parte della Commissione Affari Esteri e Difesa.
Ad aprire l’evento, organizzato dalla sezione ticinese dell’Associazione Svizzera-Israele, è stato il sindaco di Lugano, Marco Borradori, che portato il saluto del Municipio, ricordando come Lugano sia una città aperta, e riaffermando il suo personale legame con Israele, e Gerusalemme in particolare. Il direttore del Dipartimento delle Finanze e dell’Economia, Christian Vitta, che ha avuto un incontro bilaterale con Tzipi Livni prima della conferenza, ha parlato delle possibilità di allacciare relazioni economiche tra i due Paesi, soprattutto nel campo delle start-up e delle nuove tecnologie.
Ma il clou dell’evento è stato l’intervento di Tzipi Livni, che ha affrontato prima con un suo intervento diretto, poi rispondendo alle domande del giornalista Marcello Foa, diversi temi, fra i quali la questione israelo-palestinese e le difficili trattative di pace, la situazione in Siria, il terrorismo internazionale, la questione iraniana, il ruolo degli Stati Uniti con il nuovo presidente Donald Trump. Davanti al Palazzo dei Congressi si era radunato un piccolo gruppo di attivisti a favore dei palestinesi, che ha contestato la sua presenza.
“Non si dovrebbe scegliere se essere pro-Israele o pro-Palestina – ha spiegato Tzipi Livni – , ma semplicemente se essere per la pace, per una soluzione di due Stati per due popoli. Ed è quello che noi vogliamo, è nel nostro interesse, e non perché ce lo chiede la comunità internazionale”.
Riguardo a Trump, l’ex ministra si è detta fiduciosa.
“Nel corso della sua recente visita in Israele, Trump ha detto che per lui è una priorità che un accordo di pace venga raggiunto. E questa è una buona notizia. Lui l’ha definita un’opportunità rara per raggiungere la pace e noi dobbiamo cogliere questa opportunità. In anni di negoziati non abbiamo colmato tutte le differenze, c’è tanto ancora da fare, ma siamo nel punto più vicino per riuscirci. E non credo che oggi israeliani e palestinesi non vogliano dire no a Trump”.
Qualcosa è cambiato anche nello scacchiere mediorientale.
“Gli Stati arabi moderati – ha spiegato Tzipi Livni – hanno capito che non è Israele il loro nemico, ma è l’Iran, che finanzia il terrorismo. E questo apre un nuovo scenario verso Israele e può essere di aiuto nelle trattative con i palestinesi”.
Questione Siria. E’ giusto l’intervento di altre Nazioni in una questione che riguarda uno Stato? “Assad sta compiendo un massacro della sua gente, ha usato armi chimiche. Era doveroso intervenire”.
Si parla di terrorismo. “Per anni i leader europei ci dicevamo che era un problema nostro. Ora hanno capito che è un problema di tutti. In Europa c’è l’Isis, ci sono attentati. Dovremmo essere uniti contro queste minacce da parte di islamisti fanatici che vogliono colpire i nostri valori, tutto ciò che è moderato. Con loro non si può trattare, bisogna agire e combatterli in tutti i posti dove vogliono agire, in Europa come in Israele. I leader mondiali dovrebbero unirsi in questa lotta al terrorismo. Non è contro l’Islam, è contro i fanatici islamisti. E per combatterli efficacemente bisogna condividere le informazioni, lavorare insieme”.
“Pensiamo a quello che è successo a Manchester – ha aggiunto -. Io so come ci si sente quando vengono spezzate giovani vite. Io in Israele, da ministro, ha assistito a troppi funerali di ragazzi. Bisogna fermare questa spirale. Non si può far finta di niente”.
Riguardo alla possibilità di nuove relazioni bilaterali tra Svizzera e Israele, Tzipi Livni si è detta ottimista. “Ci sono molte cose che possiamo fare insieme. Sono contenta di sapere che un gruppo di imprenditori verrà in Israele per allacciare nuove relazioni economiche”.
Nel corso dell’evento si sono esibiti il coro dei bambini Arcobaleno a Pois, che ha cantato l’inno svizzero e altre canzoni del suo repertorio, il coro Kol Hashomrim, accompagnato dall’Agorà Ensemble, che ha eseguito l’inno israeliano e altre canzoni della tradizione ebraica e al quale, si è unita, tra gli applausi del pubblico, anche Tzipi Livni, che ha cantato con i coristi e poi ballato.
A chiusura della manifestazione, il saluto del presidente dell’Associazione Svizzera-Israele, Adrian Weiss, che ha ringraziato il folto pubblico e dato a tutti appuntamento per il prossimo anno.