Due turisti israeliani accusati di spionaggio in Turchia

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Due turisti israeliani accusati di spionaggio in Turchia

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Due turisti israeliani sono finiti sotto la lente d’ingrandimento della giustizia turca con l’accusa di spionaggio politico e militare.

Ma i coniugi Oknin, Natalie e Mordi, entrambi autisti di bus per professione, non sono agenti segreti. Sono due semplici innamorati che hanno voluto fare un viaggio a Istanbul, dopo due anni bloccati in casa a causa della pandemia.

Volevano solo bere un caffè tipico del paese a bordo di un’imbarcazione, che fa immergere i visitatori nella splendida cornice del Bosforo.

E invece un selfie con lo sfondo di uno dei palazzi del presidente turco Erdogan, adibito a museo in cui si può entrare pagando il biglietto, è costato loro l’arresto.

A denunciarli è stato un lavoratore della zona che, insospettito non si sa da cosa, ha chiamato la polizia.

Natalie e Mordi pensavano di risolvere tutto in breve tempo, ma così non è stato, perché comparsi davanti a un giudice turco, gli è stato prolungato l’arresto di altri venti giorni.

La magistratura turca sostiene che i due turisti israeliani abbiano fotografato anche posti di blocco vicino al palazzo e installazioni militari per poi girare le immagini a non specificati “terzi”.

I parenti dei coniugi Oknin, che abitano a Modiin, un sobborgo tra Tel Aviv e la capitale Gerusalemme, hanno affermato che le foto incriminate sono state postate dai due anche su Facebook, come fa una normale coppia in vacanza.

Yair Lapid, il ministro degli Esteri israeliano, ha dichiarato che Natalie e Mordi “non lavorano per alcuna agenzia israeliana”.

Un viaggio di piacere è diventato in pochi istanti un caso diplomatico tra Israele e la Turchia. Quella stessa Turchia che con nelle scorse settimane aveva arrestato 15 persone, con l’accusa di essere collegato al Mossad, il servizio segreto israeliano, scoprendo poi che 7 erano palestinesi.

Due storie che non sono legate, ma hanno una matrice comune: l’ossessione del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan per Israele e tutto ciò che è riconducibile, o lui crede che lo sia, allo Stato ebraico.

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