Il terrorismo palestinese è tornato a colpire Israele venerdì sera, causando la morte di sette persone e il ferimento di altre tre.
E l’ha fatto nel giorno più sacro – Shabbat – alle 20:15 (ore locali) all’uscita dei fedeli dalla sinagoga Ateret Avraham di Neve Yaakov, un quartiere di Gerusalemme nord vicino al confine con l’Autorità Palestinese.
Il terrorista, un 21enne di Shuafat (quartiere arabo palestinese di Gerusalemme nord), ha sparato “per diversi minuti”, cercando poi di scappare verso il quartiere arabo di Beit Hanina, prima di essere ucciso dalle forze di sicurezza israeliane.
E come sempre dopo un attentato terroristico palestinese, in Israele si piange, mentre a Gaza si ride mangiando dolcetti, ormai un’abitudine della Striscia quando cittadini israeliani vengono uccisi.
Abitudine di cui non si stancano mai i leader palestinesi è l’elogio dell’attentato, definito dal portavoce locale di Hamas, Mohammed Hamada, un “eroico atto di vendetta per il massacro di Jenin”, facendo riferimento allo scontro a fuoco di giovedì fra terroristi palestinesi e soldati israeliani.
Gli ha fatto eco un alto esponente della Jihad Islamica Palestinese a Gaza, secondo cui l’atto terroristico di Gerusalemme è “un segno che Cisgiordania e striscia di Gaza sono unite contro il nemico israeliano”.
Sono stati segnalati, inoltre, festeggiamenti in varie località palestinesi, con fuochi d’artificio e spari in aria.
I nomi delle vittime sono: gli sposi Eli (48) e Natali Mizrahi (45) , Rafael Ben Eliyahu (56), Shaul Hai (68), Ilya Sosansky (26) e Asher Natan (14), la più giovane di questo triste gruppo.
La settima vittima è l’ucraina Irina Korolova, di cui ne ha dato notizia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Per la Comunità Internazionale, per diversi media e per i chi giustifica il terrorismo palestinese sono solo nomi.
Per Israele e per tutto il popolo ebraico sono sette persone che hanno perso la vita.
Sette persone senza colpa, finite nell’indiscriminato mirino del terrorismo palestinese, che uccide ciecamente con il solo obiettivo di colpire i cittadini israeliani.
Quando Israele uccide i palestinesi (non certo mediante attentati), nelle città israeliane qualcuno esulta o sparge dolcetti?