Il terrorismo palestinese in Israele non cessa di essere una minaccia impellente per il governo di Gerusalemme e per tutti i cittadini israeliani.
Terrorismo che voleva seminare morte e distruzione nelle città dello Stato ebraico, ma grazie all’intervento dello Shin Bet il peggio è stato scongiurato. A renderlo noto è stato lo stesso servizio di intelligence interna israeliano, che ha rivelato di aver impedito circa 250 “attacchi terroristici significativi” dall’inizio del 2018.
Il responsabile dello Shin Bet, Nadav Argaman, ha sottolineato che gli eccellenti risultati sono frutto principalmente della sorveglianza high-tech e degli strumenti di monitoraggio, spiegando che nella West Bank è cambiata il tipo di minaccia, passata da gruppi terroristici organizzati ai lupi solitari:
“La mappa delle minacce e delle sfide è varia e riguarda fronti molteplici instabili. Dall’inizio dell’anno, il servizio di sicurezza Shin Bet ha sventato 250 attacchi terroristici significativi, compresi attacchi suicidi, rapimenti e sparatorie”.
Le dichiarazioni sono arrivate dopo che un palestinese è stato arrestato perché sospettato di essere l’assassino di un militare delle Forze di difesa israeliane (Idf), ucciso nel mese scorso nella West Bank.
È di poche ore fa la notizia che sempre lo Shin Bet ha sgominato una cellula di Hamas a Nablus intenta a compiere attentati anche a Gerusalemme e Tel Aviv.
250 attacchi in poco meno di sei mesi. Oggi è 19 giugno, 170esimo giorno dell’anno, la media è semplice: 1,4 tentativi di attentati. Se contassimo le ore invece dei giorni, il numero aumenterebbe notevolmente.
Il senso di questo giochino coi numeri è per dire che: ogni notte più di un terrorista palestinese va a dormire sapendo che il giorno successivo si sveglierà per andare a compiere attentati in Israele.
Come si può tollerare tutto questo?