«Mi chiamo Ayala, ho quasi quattordici anni. Mi piace leggere, scrivere storie e disegnare. La verità è che nel momento dell’attacco non stavamo realizzando quello che stava per accadere. Vidi solo una palla di fuoco entrare nell’abitacolo dell’auto in quel momento guidata da mio padre. Il mio corpo era in fiamme e riuscii a venir fuori dalla macchina grazie a lui che poi mi urlò di rotolarmi a terra. Fui ricoverata per otto mesi. Capii che la mia vita sarebbe cambiata per sempre.»
Con queste parole e con enorme coraggio Ayala Shapira, oggi 13 anni, apre il suo discorso al Parlamento Europeo. Una condanna contro il sostegno Europeo al terrorismo palestinese.
Si, la vita di Ayala è cambiata due anni fa, rimasta sfigurata da una bomba molotov lanciata da un terrorista arabo.
«Voi pensate di stare dalla parte della pace quando in realtà sostenete la guerra.»
Ma a cambiare non è stata solo la vita di Ayala, anche quella dei terroristi.
Alle parole strazianti della figlia, si aggiungono quelle della mamma di Ayala, Ruth.
«Il terrorista allora aveva solo sedici anni. Per quel gesto vigliacco la sua famiglia riceve un compenso mensile dall’Autorità Nazionale Palestinese come premio per il gesto eroico. Questi soldi le autorità palestinesi le ricevono da voi, dai paesi dell’Unione Europea che ogni anno inviano milioni di euro ai palestinesi senza sapere come li spenderanno. Fermate quest’assurdità kafkiana, state solo incoraggiando il terrorismo che distrugge le famiglie. E’ impensabile che sotto la maschera della pace e degli aiuti umanitari, il Parlamento Europeo permetta l’omicidio di gente innocente. Sta a voi decidere cosa fare. Grazie.»
Questa denuncia, questa immagine ci colpisce nel profondo, una realtà che sembra lontana ma che lontana non è. La denuncia di una complicità e di un sostegno europeo al terrorismo palestinese da parte di una famiglia che sulla propria pelle porterà per sempre cicatrici indelebili.
Sta a voi decidere cosa fare e se stare dalla parte della pace.