Un uomo è stato rimpatriato in Afghanistan. A decidere la sua espulsione dall’Italia è stato il prefetto di Terni, Emilio Dario Sensi, che ha considerato il 35enne pericoloso in quanto segnalato per associazione con finalità di terrorismo.
A sospettare che ci fosse qualcosa di poco chiaro attorno alla figura del cittadino afghano, sono stati gli operatori dello sportello dell’ufficio immigrazione della questura, ai quali è sembrato strano che l’uomo si fosse presentato a ritirare il suo permesso di soggiorno a cinque anni dalla richiesta.
Era il 2016, infatti, quando l’uomo fece la richiesta per motivi umanitari. Richiesta che venne respinta perché il 35enne non era in possesso dei requisiti necessari previsti per il rilascio del titolo. Non solo, perché l’ufficio immigrazione non aveva mai potuto notificare la misura, a causa dell’irreperibilità dell’uomo.
Le spiegazioni del cittadino afghano, però, non hanno convinto gli agenti dell’Immigrazione, i quali hanno voluto far chiarezza sulla posizione reale in Italia.
Gli accertamenti hanno portato alla scoperta che l’uomo fosse un “soggetto attenzionato” per il delitto di associazione con finalità di terrorismo islamico.
La motivazione era da ricercare in un episodio datato febbraio 2016, quando in occasione dei festeggiamenti in onore della patrona di Catania, era stato notato aggirarsi nei pressi dell’arcivescovado con fare sospetto. Lo stesso giorno la Digos di Catania fermò l’uomo, che risultò essere in possesso di migliaia di schede telefoniche inglesi.
Su di lui gravava anche l’attenzione delle autorità francesi, che a settembre 2016 lo riteneva come una persona pericolosa con comportamento violento e possibile uso di armi.