Continua la lotta della Germania contro il terrorismo arabo-palestinese e i suoi possibili fiancheggiatori. Dopo aver sventato un attentato di Hamas, le autorità tedesche hanno dato l’ok all’operazione di polizia di Berlino, che ha visto coinvolti 170 agenti per perquisire sei appartamenti, un caffè e un ufficio in relazione alle attività del collettivo femminista ZORA, accusato di essere vicino al Fronte popolare di liberazione della Palestina (Fplp), dal 2002 classificato come organizzazione terroristica dall’Ue.
Fplp che ha legami sia con il gruppo terrorista arabo-palestinese Hamas sia con il il gruppo terrorista libanese Hezbollah.
Cosa ha fatto scattare il blitz delle forze dell’ordine?
Le motivazioni sono da ricercare nel volantino, attribuito al gruppo e pubblicato sul profilo Instagram dell’organizzazione il 12 ottobre, cioè cinque giorni dopo la mattanza di Hamas contro i civili israeliani, che di fatto ha scatenato la guerra che da più di due mesi sta infiammando il Medioriente e non solo.
Volantino il cui titolo era “Nessuna liberazione delle donne senza la liberazione della Palestina” e una didascalia in cui si esplicita (l’inevitabile) posizione sul conflitto: Hamas non ha alcun interesse a “distruggere il patriarcato” per questo bisogna “supportare le forze progressiste” come il PFLP come “parte della resistenza palestinese”.
Per questo sei membri del collettivo ZORA sono finite sotto accusa.
PFLP è noto per la sua posizione contro la legittimità della nascita e della vita d’Israele, nonché per i dirottamenti che hanno seminato morte e terrore negli Anni 60 e 70 in Europa, divenuto per volontà palestinese teatro delle battaglie contro lo Stato ebraico.
Questo episodio, come altri, non deve pensare il messaggio che tutto sia legato alla guerra che si sta combattendo. Il 7 ottobre non ha creato la situazione, ha “solo” evidenziato che in diverse parti della Germania e di altri paesi europei, c’è una massiccia presenza di palestinesi che strizza l’occhio al terrorismo.
