Mentre a Tel Aviv ieri in Kikar Rabin si ricordava Yom HaZikaron, in memoria di tutti gli uomini che hanno perso la vita per l’esistenza e la sicurezza dello Stato di Israele, a Milano in Piazza Tripoli, si rialzava il palo divelto in memoria di Yitzhak Rabin, già Primo Ministro Israeliano e Premio Nobel per la Pace. Un gesto vigliacco e antisemita compiuto nel giorno in cui Israele si appresta a festeggiare la propria Indipendenza, ha unito le due città, Milano e Tel Aviv, con un filo sottile ma forte, tanto quanto può essere la forza della difesa del valore della libertà.
L’Anpi Provinciale di Milano, con Roberto Cenati, il PD con Lia Quartapelle e la Comunità Ebraica di Milano hanno nel giro di poche ore voluto dare una risposta, in attesa che il Comune di Milano sistemi le targhe esistenti. Una risposta a difesa della propria città, Milano, che non vuole rimanere indifferente. Davanti a chi imbratta, pulisce; davanti a chi distrugge, costruisce. Sempre e per sempre.
Sfregiare la figura di Yitzhak Rabin significa sfregiare un sogno di pace. Un sogno stroncato da Igal Amir, un israeliano a cui Israele non ha risparmiato l’ergastolo. Ma è stato anche un sogno ed un tentativo, portato avanti dal Primo Ministro Ariel Sharon con il ritiro totale da Gaza, inseguendo quella speranza di pace intrapresa da Yitzahk Rabin. Quella necessità di convivenza, di speranza, di voglia di trasformare un sogno in realtà. Un sogno di pace e un obbiettivo di pace che non muore e che Milano ieri ha voluto ricordare. Un oltraggio alla memoria di Rabin ed un oltraggio nei confronti di tutti quelli che oggi difendono la libertà individuale e collettiva. Uno sfregio non riuscito nel suo intento e che ieri ha unito ancora di più Milano e Tel Aviv nel loro gemellaggio, in nome della democrazia e della civiltà, perché “loro distruggono e noi costruiamo”.