Arriva il Natale, e, come ormai tradizione, si susseguono le autocensure di chi, ossessionato dal politically correct, cancella recite con canti natalizi, feste, presepi e altro ancora. Nel nome di un’integrazione che integrazione non è. Perché la parola giusta è sottomissione. Che oltretutto non serve ad avvicinare l’altro, come dimostra l’attentato di Berlino. Il “timore”…
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