Nessuno sentiva la necessità di aggiungere un nuovo insulto nei confronti di Anna Frank.

Nessuno, tranne Rebecka Fallenkvist del partito di estrema destra Democratici Svedesi, che ha postato su Instagram una foto del famoso diario dell’adolescente olandese, con la seguente didascalia:

“Dopo 50 pagine, finora Anne Frank mi è sembrata solo immorale”.

Un commento che è valsa la sospensione per la Fallenkvist, appena divenuta deputata.

Reazioni unanime da parte del mondo israeliano ed ebraico,

Ziv Nevo Kulman, ambasciatore israeliano in Svezia, ha espresso una dura condanna su Twitter, definendo quello della Fallenkvist uno “spregevole insulto”.

Gli ha fatto eco la Jewish Youth Association, che ha descritto “incredibilmente disgustoso” il post dell’appartenente al partito di estrema destra Democratici Svedesi.

Rebecka Fallenkvist non è nuova a comportamenti “ammiccanti” nei confronti del Terzo Reich. All’indomani delle elezioni, infatti, aveva festeggiato gli 11 seggi conquistati dal partito di estrema destra facendo il saluto nazista.

Gesto che qualcuno aveva attribuito alla scarsa “lucidità” della Fallenkvist dovuta a qualche bicchiere di alcol di troppo.

Il partito di estrema destra Democratici Svedesi, nei giorni successivi, ha posto la propria firma su un accordo per sostenere l’esecutivo dall’esterno: la prima volta in Svezia per una formazione di estrema destra.

Già a settembre il paese scandinavo è salito alle cronache per un episodio di antisemitismo in merito alla prestigiosa università Karolinska Institutet, colpevole di aver licenziato in maniera illegittima un medico ebreo.

Due episodi “istituzionali” contro gli ebrei in Svezia non possono essere un caso.

Il primo dell’importante ateneo, fra i cui compiti c’è anche quello di selezionare ogni anno i vincitori del Premio Nobel per la medicina, il secondo di una parlamentare che ha associato l’“immoralità” alla vittima anziché al carnefice.

È questo il “nuovo” vento che si respira in Svezia?