Non c’è prova di un “uso sistematico dello stupro come arma di guerra” da parte dei terroristi arabo-palestinesi nei confronti dei civili israeliani.
Così si è pronunciata su X Monica Dall’Asta, professoressa di Storia delle teorie del cinema al Dams di Bologna, finita al centro di una polemica da cui sarebbero scaturite diverse segnalazioni ai vertici dell’Università.
Docente che in un altro post su X ha scritto:
“Non ho mai negato che siano state commesse atrocità. Ma la storia degli stupri di massa è una costruzione della propaganda”.
In aggiunta ha scritto anche “come quella dei bambini decapitati”.
Ripetiamo per completezza:
“Non ho mai negato che siano state commesse atrocità. Ma la storia degli stupri di massa è una costruzione della propaganda. Come quella dei bambini decapitati.”
La professoressa Monica Dall’Asta ha rispedito le polemiche al mittente sostenendo che le sue sono “opinioni personali” e annunciando l’intenzione di tutelarsi anche per le vie legali a chi l’accusa anche di essere “non adatta a insegnare”.
Fin qui, la fredda cronaca. Ora proviamo a vedere se all’interno degli ex cinguettii ci sia un particolare che possa fare la differenza.
“Uso sistematico dello stupro come arma di guerra” e “La storia degli stupri di massa è una costruzione della propaganda”
A colpirci nelle due frasi sono gli utilizzi del termine “sistematico” e “di massa”.
Cosa significano?
Che secondo la docente dell’Università di Bologna ci siano stati stupri diciamo “isolati” ma non così tanti da essere considerati “armi di guerra”?
La domanda la copiamo e incolliamo per i “bambini decapitati”.
Le prove, purtroppo, ci sono. E sono diverse. Un determinato numero di politici e giornalisti internazionali ha avuto modo di vedere video agghiaccianti di quel maledetto sabato. Alcuni si sono sentiti male, non hanno dormito per giorni.
Si ha l’impressione che la negazione di stupri e decapitazioni di bambini sia un tentativo per consegnare alla vulgata che quella del 7 ottobre sia stata un atto di resistenza.
Il 7 ottobre nulla ha a che fare con qualsiasi presunta resistenza. È stato un atto barbaro, crudele, atroce, servito per seminare terrore, paura e sconforto nei cittadini israeliani e in tutti gli ebrei del mondo.