Dopo centinaia di titoli sbagliati e migliaia di mail e lettere di protesta ricevute i direttori di Repubblica, Rainews, Corriere della Sera e molti altri media nazionali hanno ceduto alle pressioni di diversi cittadini che nei giorni scorsi si erano lamentati per come venivano riportati, in forme totalmente stravolte, gli attentati commessi dai terroristi palestinesi in Israele.
Troppe volte la cronologia dei fatti veniva ribaltata, rovinando così anche l’autorevole immagine dei giornali chiamati in causa, e veniva utilizzato un registro linguistico che lasciava intendere che fossero gli israeliani la parte violenta. In molti, troppi, titoli i terroristi palestinesi diventavano “attivisti” o “assalitori” e venivano magicamente “uccisi” mentre le reali vittime, gli israeliani, erano allo stesso tempo “morti”. Per mano di chi? Perché?
Ad accompagnare gli articoli immagini totalmente avulse dal contesto degli attentati che invece ritraevano invece personaggi facilmente identificabili in quanto ebrei giusto per alimentare ancor di più l’antisemitismo nostrano, provocato da una scorretta informazione che mostrava ebrei invece di civili israeliani o soldati.
La disinformazione, al limite della propaganda, perpretata da questi ultras dalla penna vicina ai terroristi palestinesi è finalmente terminata. Si è infatti interessato persino il presidente dell’ordine dei giornalisti che ha minacciato di ritirare diversi tesserini, di rispedire alcuni dei titolisti a corsi di formazione di giornalismo con particolare focus sull’etica ed escludere come estrema ratio dall’ordine alcuni degli autori più recidivi.
L’unica cosa che contava per questi pseudo giornalisti era riportare il numero dei morti, alto da parte palestinese perché tanti, oltre 150, sono stati gli attentatori. Allo stesso tempo era basso, circa 25 in totale, il numero di persone barbaramente uccise con coltelli e macchine che hanno investito donne e bambini da parte israeliana. Come mai? Nessuno dei giornalisti aveva infatti rivelato, neanche ormai fosse più un segreto, che il governo di Gerusalemme negli ultimi mesi aveva dispiegato ulteriori forze di sicurezza a difesa della popolazione civile.
Le uniche giustificazioni rilasciate dai caporedattori e dalle segretarie dei giornali per scusarsi degli errori commessi erano rappresentate dal cambiare il titolo pubblicato solo dopo diverse ore dalla messa online, quando ormai lo stesso era già stato visto da migliaia di persone ed il danno era stato fatto.
Qui una piccola raccolta di alcuni degli articoli “incriminati”:
(l’articolo segue dopo la gallery fotografica)
Purtroppo quanto avete letto fino ad ora rimane un lontano miraggio. Dovranno morire e ed essere feriti ancora tanti israeliani innocenti affinché i media italiani recuperino il proprio equilibrio e tornino a fare quello per cui vengono pagati: informazione.
Quel che i nostri giornali dovrebbero pubblicare non sono ricostruzioni fantasiose scritte ad hoc per dare ragione ad una o l’altra parte, chi sostiene Israele non chiede questo, ma una mera cronaca dei fatti, basterebbe infatti questo per capire la realtà dei fatti senza dover aggiungere maggiore complessità alla situazione. Chi desidera la pace non ha bisogno di leggere bugie ma la verità.