Due uomini armati hanno aperto il fuoco contro gli uomini della sicurezza di un evento tenutosi a Garland, Texas, dove erano esposte alcune vignette satiriche raffiguranti Maometto. Gli uomini sono stati immediatamente neutralizzati dalla polizia americana e non hanno potuto raggiungere l’ingresso della mostra. La piccola città nella periferia di Dallas è sotto shock e le forze dell’ordine sono ancora alla ricerca dell’auto dei due attentatori per verificare che questa non contenga esplosivi. La polizia ha inoltre fatto sapere tramite il suo portavoce che non c’era stato nessun segnale e nessuna minaccia nei giorni precedenti all’evento.
Il collegamento fra l’iniziativa che si stava svolgendo all’interno, una gara per la migliore vignetta rappresentante Maometto con un premio di ben diecimila dollari, e la sparatoria non è stato ancora confermato ma la sensazione è che si tratti dell’ennesima brutalità legata al divieto islamico di rappresentare il Profeta. I musulmani infatti non gradiscono la violazione di questo precetto e considerano le vignette offensive, anche una rappresentazione rispettosa e dignitosa è da ritenersi blasfema e sono già tanti i casi di scontri e rivolte in tutto il mondo proprio per questo argomento.
Subito dopo la sparatoria il Curtis Culwell Center, luogo in cui si stava svolgendo la mostra, è stato evacuato così come alcune attività commerciali nei dintorni. La zona circostante è stata chiusa al traffico e ancora a distanza di ore gli elicotteri sorvolano la città. Gli attentatori non sono ancora stati identificati e i loro corpi non sono stati rimossi dalla strada. Oltre ai due uomini armati non ci sono ulteriori vittime, un agente di polizia è rimasto ferito in modo lieve ed è stato già dimesso dall’ospedale locale dove era stato ricoverato.
Secondo Pamela Geller, organizzatrice dell’evento, la gara doveva servire a dare un chiaro segnale a favore della libertà di parola in risposta alle violenze causate dai disegni di Maometto, dopo la sparatoria l’organizzatrice si è detta ancora più convinta che iniziative del genere sono veramente necessarie.
A Gennaio 12 persone hanno perso la vita nell’attentato alla redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo, famoso per le sue vignette irriverenti contro tutte le religioni. Un mese dopo la stessa dinamica si è ripetuta a Copenaghen durante una conferenza dove era ospite un artista famoso per aver disegnato una caricatura del Profeta. Il gruppo capeggiato dalla Geller però è rinomato in America per le sue campagne contro la creazione di centri religiosi islamici nelle città statunitensi e per l’affissione di manifesti molto critici nei confronti dei cittadini americani musulmani. Ci si chiede quindi, soprattutto alla luce della rinuncia a disegnare Maometto da parte di Luz il fumettista di Charlie Hebdo, se fosse opportuno provocare la comunità religiosa musulmana in modo così gratuito. Naturalmente nulla giustifica l’uso della violenza e dell’intimidazione fisica ma in ambiti così delicati un po’ di buonsenso non avrebbe guastato, specialmente considerando che negli Stati Uniti la libertà di espressione non sembra così in pericolo.