Diventa difficile scrivere l’ennesimo articolo su una parata di Carnevale che mette alla berlina la Shoah. Anzi, in realtà le sfilate carnevalesche sono solo l’ennesimo atto di una banalizzazione che va avanti da anni.
Tutto ebbe inizio con il tentativo di abbassare il numero dei morti, con l’affermazione che all’interno dei lager nazisti le condizioni di vita non fossero poi così disumane, arrivando addirittura a negare la stessa esistenza dei campi di sterminio.
Poi si è passati ai paragoni con altre tragedie umane, come se ciascuna tragedia ne annullasse un’altra.
A tutto questo vanno aggiunti gli irriverenti gadget di Auschwitz e maschere di Anna Frank.
Nell’ultimo anno vi abbiamo spesso parlato dell’ultima nuova “moda” per non rendere il giusto merito alle vittime della Shoah: le sfilate di Carnevale.
Sfilate (di cui non fanno parte quelle di Aalst perché attaccano gli ebrei nella loro interezza) che stanno andando in scena in Spagna, dove le parate vengono giustificate come momenti celebrativi della Shoah.
Dopo la parata nazista di Campo de Criptana, un comune spagnolo situato nella comunità autonoma di Castiglia-La Mancia, è la volta del Carnevale di Badajoz, un comune situato nella comunità autonoma dell’Estremadura.
Nella cittadina sud-occidentale del paese, il Carnevale è stato rappresentato da bandiere con delle svastiche e la parola Juden contenuta in una stella di David, con maschere metà nazista e metà deportato nei lager.
Gli organizzatori si sono giustificati sostenendo che la rappresentazione fosse in onore delle vittime della Shoah. Come se non bastasse la sfilata è andata in onda in una tv locale, il cui commentatore televisivo, anziché stigmatizzare quanto stesse avvenendo, ha difeso l’indecoroso spettacolo, sostenendo che gli organizzatori: “Hanno chiaramente utilizzato tutta la loro sensibilità per trattare il tema”.
Non ci siamo proprio. In momenti come questi si dovrebbe avere ancora più sensibilità del solito. E invece…