Un gruppo di sopravvissuti alla Shoah ha espresso tutto il proprio sdegno nei confronti di Facebook, reo di voler non cancellare i contenuti negazionisti riguardo una delle pagine più buie della storia dell’uomo.
Fra loro, la 91enne Eva Schloss, sorellastra di Anna Frank che, insieme ad altri sopravvissuti, è comparsa in un video realizzato in collaborazione con Claims Conference, l’organizzazione che ha il compito di recuperare le proprietà saccheggiate agli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, in cui mostra ancora tanta voglia di combattere una piaga social in aumento.
Assieme alla scrittrice ebrea austriaca ci sono anche Lea Evron, che scappò dal campi di sterminio insieme a sua madre e Sidney Zoltak, che fuggì dal lager trovando rifugio nei villaggi polacchi.
Entrambe polacche, le due sopravvissute rispettivamente hanno detto “Quando le persone dicono online che l’Olocausto non è mai accaduto, dicono che mio padre, mia sorella e sessanta membri della mia famiglia non sono stati assassinati dai nazisti” e “Coloro che sostengono che l’Olocausto non sia esistito mi chiamano bugiardo”.
La negazione e la sottovalutazione della Shoah sono piaghe sociali arrivate sui social, che hanno fatto da cassa di risonanza.
Ciò che fa rabbrividire è il fatto che i post e i commenti che negano o banalizzano l’Olocausto non arrivano solo da persone comuni, ma anche da politici e personaggi famosi.
Per questo non dobbiamo mai stancarci di raccontare ciò che mise in atto la macchina di morte nazista. Uno sterminio pianificato, scientifico, che si basò su una falsa narrativa contro gli ebrei, demonizzati agli occhi del popolo. Una narrativa che anziché esaurirsi, cresce a dismisura.
Le generazioni future avranno un arduo compito, quello di ricordare le atrocità subite dagli ebrei, senza l’aiuto dei sopravvissuti, che purtroppo tra alcuni anni non ci saranno più.