Vasi con i nomi dei bambini ebrei arrestati in Valtellina e uccisi ad Auschwitz gettati a terra, i Maghen David (stelle di David) divelte e spezzate, erbe aromatiche e contenitori di fiori calpestati.
Così si è svegliata la scuola a via IV Novembre a Sondrio, dove è stato distrutto l’orto-giardino della Memoria della Shoah, che si trova(va) all’interno del parco giochi della biblioteca Pio Rajna, sul lato nord adiacente allo stabile e realizzato appena lo scorso anno.
Un atto vandalico deprecabile, che infanga la memoria delle vittime della Shoah e oltraggia la volontà della scuola e dei piccoli.
Maria Rita Carmenini, dirigente scolastica dell’Istituto Paesi retici da cui dipende la scuola, ha così commentato la spiacevole episodio:
“È stata proprio una brutta sorpresa. L’insegnante Maria Grazia Carrara, che si occupa del progetto, mi ha subito avvisata e abbiamo deciso di evitare la ricreazione in giardino per i bambini, così che non vedessero quello che era successo e, soprattutto, le terribili scritte contro uno di loro, un alunno straniero arrivato quest’anno. Non sappiamo quando sia successo e non abbiamo idea di chi possa essere stato. Chi può fare una cosa del genere e perché? Ovviamente è stata subito sporta denuncia”.
Egidio Melè, capo del Comitato Anpi di Sondrio, ha dichiarato:
“I bambini hanno immediatamente avvisato le maestre. Non possiamo non ascoltare le voci dei bambini che chiedono il perché di tale atto violento contro il loro lavoro di difesa della Memoria, e dunque denunciamo a gran voce il gesto vandalico. Che gli autori siano adulti con preciso intento di carattere politico o adolescenti spinti dall’età ‘stupida’ a imitare modelli televisivi e incapaci di comprendere la gravità del loro gesto, auspichiamo che il messaggio di condanna sia il più ampio possibile”.
Sull’episodio sta indagando la Digos. Secondo le prime indiscrezioni la pista da seguire sarebbero quella dei baby-vandali, che sarebbero stati ripresi dalle telecamere.
Questo, però, non deve consolare. Anzi. Se i responsabili sono degli adolescenti, il problema è, per certi versi, ancora più grave.
Perché vuol dire che non siamo stati capaci a sensibilizzare i giovani su un tema così delicato e doloroso come i campi di sterminio e la memoria della Shoah.