Tre soldati israeliani sono stati uccisi da un poliziotto egiziano in territorio dello Stato ebraico lungo il confine con l’Egitto. L’ha reso noto il portavoce militare, che ha spiegato come l’indagine sia condotta in piena collaborazione con l’esercito egiziano.
I nomi delle vittime sono stati resi pubblici solo dopo il tragico annuncio alle rispettive famiglie: Lia Bin Nun di 19 anni, Ohad Dahan di 20 anni, e Ori Yitzhak Iluz di 20 anni.
Il grave episodio è avvenuto due giorni fa. Grave non solo per il fatto in sé, ma perché avvenuto per mano di un poliziotto egiziano lungo il confine con l’Egitto, paese con cui non ci sono tensioni da anni. Anzi, perché i rispettivi militari ogni giorno hanno l’obiettivo di tenere sotto controllo il traffico di droga.
Allora cosa ha scatenato la fuori omicida dell’ufficiale di polizia egiziano?
Partiamo dalla spiegazione dei fatti fornita dal portavoce militare israeliano:
“Nelle prime ore del mattino, due soldati dell’esercito, un uomo e una donna, sono stati uccisi da un assalitore che ha aperto il fuoco contro di loro mentre erano nei pressi di una postazione militare al confine egiziano. Subito dopo altri soldati sono arrivati nell’area e vi hanno condotto ricerche. A mezzogiorno (ora locale), durante le ricerche, i soldati hanno identificato l’assalitore in territorio israeliano e uno scambio a fuoco si è sviluppato tra l’assalitore e i soldati. I soldati hanno sparato ed ucciso il sospetto. Durante lo scontro a fuoco, un soldato (israeliano) è stato ucciso e un sottufficiale è stato leggermente ferito”.
Dalle prime indagini risulta che il poliziotto egiziano avesse pianificato ogni fase dell’attentato. Per via del suo ruolo di guardia di frontiera, era a conoscenza di un’apertura di emergenza atta al passaggio di forze in caso di necessità. Era a conoscenza, inoltre, della postazione dei soldati che ha attacco e ucciso.
La sua pianificazione era arrivata anche alla predisposizione di un nascondiglio dove rifugiarsi all’interno del territorio israeliano, riconoscibile grazie ad alcune pietre poste nelle vicinanze.
L’episodio rimane sotto indagine da ambo le parti. Capire se il poliziotto egiziano abbia agito da solo o manovrato da qualcuno è una priorità sia per Israele che per l’Egitto.