Rosa Hanan è morta ieri a Roma all’età di 101 anni. Una vita spesa per raccontare l’orrore dei campi di sterminio vissuti in prima persona, Rosa venne deportata il 23 luglio del 1944 ad Auschwitz-Birkenau assieme al madre e al fratello per poi esser trasferita poco dopo a Dachau e successivamente a Kaufering, Landsberg e Türkheim.
Nata nel 1920 a Rodi, Rosa viveva nel quartiere ebraico della città ed era amica di Sami Modiano, altro sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau che ritroverà molti anni dopo a Roma.
Rosa riuscì a fuggire dal lager nel giugno 1945 assieme ad altre tre donne, trovando rifugio in una fattoria sino all’arrivo degli Alleati.
Poco dopo, le quattro donne furono trasferite in un alloggio nell’ex campo di Offenburg, dove Rosa venne ferita dallo scoppio di una bomba all’interno del Comando, che la costrinse a un mese di ospedale.
Sembra un accanimento del destino, ma Rosa reagisce e dopo la fine della guerra si trasferì a Milano, città in cui incontrò il suo futuro marito Giuseppe Mallel originario di Rodi, sopravvissuto ai campi di sterminio, dove morirono moglie e figlio.
Proprio a Rodi, Rosa e Giuseppe si sposarono nel 1947 per poi andare a Roma per un breve periodo. Dopo l’esperienza nella capitale, i coniugi Mallel andarono nel Congo belga, in Rhodesia e in Sud Africa. In seguito fecero ritorno a Roma, dove decisero di rimanere a vivere.
Rosa è stata ricordata con affetto dal suo amico Sami Modiano:
“Rosa aveva cinque anni più di me: era una delle donne di Rodi, di quelle vere; faceva parte di questa grande famiglia, si faceva voler bene. Ci incontravamo spesso: io andavo a pranzo a casa sua e lei veniva da me, abbiamo festeggiato insieme i matrimoni dei suoi figli. Facevo parte della sua felicità. C’era un forte legame. La sua scomparsa per me è un grande dolore”.
Con Rosa Hanan se ne va un altro testimone della Shoah. Un’altra persona che si è spesa per raccontare l’inferno dei lager nazisti e le persecuzioni subite dagli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.