Il leader iraniano Ali Khamenei continua a negare la Shoah. Per farlo l’Ayatollah ha attaccato la Francia e ha difeso Roger Garaudy, perseverando nell’idea che i lager nazisti siano un falso storico.
Khamenei ha dispensato errate lezioni di storia su Twitter, dove ha scritto: “Nel suo libro, #RogerGaraudy, il filosofo francese, ha espresso dubbi sul numero delle vittime #olocausto. Il governo francese non solo vietò il suo libro, ma portò anche Garaudy in giudizio. Questi sono i sostenitori della difesa di #FreedomOfSpeech”.
Il leader iraniano ha voluto ricordare così l’anniversario della fine del processo contro Garaudy, che si concluse il 16 dicembre 1998, con una condanna a sei mesi e diverse ammende per aver messo in dubbio la Shoah, reato contrario alla legge sul negazionismo approvata in Francia nel 1990.
Le false tesi di Garaudy, che nel 1982 si convertì all’islamismo e adottò il nome di Ragaa, si basano sul fatto che gli ebrei siano morti a causa del tifo e che i forni crematori siano stati utilizzati per bruciare i cadaveri delle vittime della malattia.
Non solo, perché lo scrittore e attivista francese scomparso nel 2012, sosteneva che le camere a gas non fossero mai esistite e che la loro scoperta fosse stata ottenuta dalle confessioni dei soldati tedeschi torturati.
Già in passato Khamenei aveva messo in dubbio la Shoah:
“L’Olocausto è un evento la cui realtà è incerta e se è accaduto, non è sicuro di come sia successo. Esprimere un’opinione sull’Olocausto o mettere in dubbio ciò è uno dei più grandi peccati in Occidente. Lo impediscono, arrestano i dubbiosi, li provano mentre affermano di essere un paese libero”.
Già la tesi alberga nella fantasia, ma tirare in ballo la mancata libertà in altri paesi diventa una presa in giro.
Come può un leader iraniano parlare di libertà quando nel suo paese le minoranze sono colpite, le donne lapidate e i gay uccisi?
Non ci risulta che gli ebrei deportati fossero malati di tifo. Non ci risulta che negare la Shoah porti inevitabilmente all’arresto.
Ci risulta, invece, che sei milioni di ebrei vennero uccisi dalla malvagità della Germania nazista e da tutti i suoi complici.