La Shoah è stata una tragedia umana, perpetrata da esseri umani contro altri esseri umani. Senza sé e senza ma. Non c’è giustificazione, né spiegazione che potrebbe mettere sui binari della sensatezza una delle pagine più oscure della storia.
La prospettiva non può che essere una sola. E invece no, almeno secondo la direttrice esecutiva di un distretto scolastico della città di Southlake, Gina Peddy, il cui suggerimento di bilanciare i libri scolastici sulla Shoah ha suscitato l’indignazione della comunità ebraica locale.
Indignazione che ha portato il sovrintendente scolastico a inviare una mail di scuse ai genitori degli studenti, specificando che non esistono due lati della storia in merito alla Shoah.
Tutto rientrato, almeno all’apparenza.
Peccato che un membro staff del distretto scolastico di Carroll ha condiviso con la NBC News una registrazione di Gina Peddy:
“Se pensate che un libro sia ok, allora procedete pure, e qualunque cosa accada combatteremo insieme. Molti distretti sono nella nostra stessa situazione, e nessuno sa come navigare in queste acque. Sul serio, nessuno. […] Cercate solo di ricordare i concetti della legge 3979, e assicuratevi, per esempio, che se avete un libro sull’Olocausto allora dovete averne uno opposto, che accoglie diverse prospettive”.
Quanto accaduto rimane molto grave. Una visione alternativa alla Shoah non è stata richiesta in un bar da qualche nostalgico nazista, né all’interno di gruppi legati al Terzo reich.
È stato richiesta in una scuola, dove i ragazzi dovrebbero imparare ed essere istruiti. Così facendo rischia di sfaldarsi anche quel rapporto fiduciario istaurato tra il corpo docente e i genitori.
La gravità dell’episodio deve farci porgere la seguente domanda: cosa sta avvenendo negli Stati Uniti in merito alla Shoah e allo sterminio di sei milioni di ebrei?