È prima nel suo genere nel mondo arabo. Si chiama “We remember”, la mostra permanente che ricorda la Shoah e le barbarie subite dagli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale per volontà di quella macchina di morte nazista, che superò ampiamente i confini della Germania.
Una mostra molto significativa, arrivata in un periodo storico in cui si sono gettate le basi per rapporti di normalizzazione tra i paesi del Medio Oriente. A sottolinearlo è il fondatore del museo, Ahmed Obaid Almansoori:
“Ultimamente ci sono stati molti incidenti e c’è una tendenza all’aumento dell’antisemitismo e del razzismo nel mondo. Quindi penso che questo sia il momento giusto. Qui negli Emirati Arabi abbiamo una cultura di unità, di solidarietà. Le persone non vengono qui per il petrolio o per i soldi. Vengono qui perché si sentono a casa. Questo è il posto dove giunge il meglio delle persone da tutto il mondo, e noi vediamo bellezza nelle differenze. Quindi questo è il posto dove si viene a imparare da quest’esperienza di unità come trasferire quest’esperienza altrove”.
We remember espone le testimonianze dei sopravvissuti della Shoah e dedica un’intera sezione a tutti gli arabi e musulmani, che hanno fatto di tutto per salvare gli ebrei dai campi di stermini.
Come la storia di Mohamed Helmy, medico egiziano che riuscì a salvare molti ebrei dalle persecuzioni del Reich a Berlino, e come quella di Selahattin Ülkümen, diplomatico turco che riuscì a sottrarre diversi ebrei di Rodi dalla deportazione e dai susseguenti campi di sterminio.
Così la curatrice Yael Grafy ha spiegato l’importanza della mostra:
“Si tratta di uno dei maggiori crimini contro l’umanità. Noi abbiamo altre gallerie sulla tolleranza e sulle tre religioni monoteiste, quindi abbiamo pensato che fosse importante includere questa parte nella mostra. Abbiamo voluto mettere in mostra la speranza e le persone – musulmani e persone originarie di quest’area – che hanno aiutato a salvare queste persone”.
We remember è una mostra importante, che ha scelto un titolo che lo è altrettanto: Noi ricordiamo.
Perché tutti devono ricordare la Shoah, a prescindere dalla nazionalità e dalla religione.