Il senatore del Movimento5stelle Elio Lannutti ha condiviso un link dove si accredita la tesi dei Protocolli dei Savi di Sion, un falso documento antisemita degli inizi del ‘900 che tuttora trova terreno fertile in chi vuole credere che gli ebrei controllino la finanza mondiale.
Come accade sempre in questi casi, il diretto interessato ha provato a evitare le ovvie polemiche scoppiate, sostenendo che la condivisione fisica di un post sui social non equivale a una condivisione del contenuto.
Il post incriminato è questo:
“Gruppo dei Savi di Sion e Mayer Amschel Rothschild, l’abile fondatore della famosa dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale, portò alla creazione di un manifesto: ‘I Protocolli dei Savi di Sion’. Suddiviso in 24 paragrafi, viene descritto come soggiogare e dominare il mondo con l’aiuto del sistema economico, oggi del globalismo, dei banchieri di affari e finanza criminale”.
Che l’antisemitismo sia un fantasma ormai tornato nella nostra società non è una novità. Che il web in quanto specchio o emanazione della società rifletta e faccia rimbalzare l’odio contro gli ebrei non sorprende. Che però tale attacco agli ebrei venga lanciato da un senatore della Repubblica italiana deve far riflettere e far scattare l’allarme.
Elio Lannutti è stato eletto a Palazzo Madama come capolista nel Lazio del Movimento Cinquestelle. È un onorevole, un termine che deriva dalla parola onore “Tale da procurare o salvaguardare il prestigio”, anche se qui c’è ben poco da onorare.
Il parlamentare pentastellato ha rievocato un falso, architettato dalla polizia zarista all’inizio del secolo scorso per alimentare l’avversione nei confronti degli ebrei, attribuendogli l’obiettivo di guidare il mondo attraverso la massoneria.
Si chiedono al popolo comportamenti giusti e appropriati. Si chiede ai giovani di fare delle diversità un vantaggio. Si chiede ai tifosi di non riservare il proprio odio utilizzando la popolarità del calcio.
In estrema sintesi si chiede al cittadino comune di essere migliore di una classe politica, eletta propria da quel cittadino comune.