Nuovo episodio antisemita in Italia. Dopo la vicenda accaduta la scorsa settimana a Mondovì, in provincia di Cuneo, è stata la volta di corso Casale, precollina di Torino, dove la scritta “crepa sporca ebrea” è comparsa sul muro del pianerottolo di casa di Maria Bigliani, figlia di Ines Ghiron, ebrea e staffetta partigiana con il Partito d’Azione:
“È stato scioccante. Sono convinta che domenica sera non ci fosse, l’ho vista alle 10 del mattino successivo, quando sono uscita. Ho pensato tutta la mattina a cosa fare. Alcuni amici mi dicevano di non dare troppo peso a un episodio così spregevole, ma io ho sentito il dovere di denunciare”.
Maria Bigliani ha continuato:
“Non ho mai fatto mistero delle mie origini, non ne ho mai visto il motivo… Finora non mi era mai capitata una cosa del genere, ma purtroppo questo non è il primo caso. E questa escalation fa riflettere. Meno male che in tante scuole gli insegnanti, e non solo, educano i ragazzi al rispetto dei veri valori della storia. È una brutta scritta, fa male. Fa tanto male”.
Un bruttissimo episodio che non poteva lasciare indifferenti le autorità cittadine e regionali.
La sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha così commentato:
“75 anni fa finiva l’orrore dello sterminio ebraico. Oggi, esattamente nella stessa data, un muro della nostra città viene sfregiato da scritte antisemite. Ma sapete qual è la differenza? Che la storia si ripete due volte, la prima in tragedia, la seconda in farsa. E mentre la Città cancellerà quelle scritte voi continuerete ad affogare nella vostra ignoranza e nel vostro anonimato. Finché le forze dell’ordine non vi troveranno, s’intende”.
Sulla stessa lunghezza il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che in una nota ha sottolineato:
“Non c’è spazio in Piemonte per chi sceglie di fare o emulare gesti indegni come quelli a cui stiamo assistendo. Voglio chiarirlo a questi coraggiosi vigliacchi che si nascondono dietro. Spero che le Forze dell’Ordine possano individuare e punire al più presto i responsabili e che coloro che hanno subito la violenza di queste parole sentano vicino l’abbraccio di noi istituzioni”.
Una geografia dell’antisemitismo che sta caratterizzando la regione Piemonte. Un caso o c’è dell’altro?