Scole, non Piramidi

Rav Scialom Bahbout
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Ebraismo

Scole, non Piramidi

Ebraismo
Rav Scialom Bahbout
Rav Scialom Bahbout

Se noi leggiamo con attenzione le parashoth in cui viene annunciata la liberazione degli ebrei dall’Egitto e la Agadà di Pesach non possono sfuggire due elementi importanti.

1. Mosè anziché sottolineare l’importanza della libertà finalmente raggiunta che era l’argomento all’ordine del giorno, si preoccupa di ciò che avverrà quando i figli faranno delle domande su quali sono i motivi per cui si festeggia Pèsach.
2. Il nome di Mosè il leader che ha creato presupposti per la liberazione non viene ricordato se non indirettamente nella Agadà, cioè la ricostruzione della storia della libreazione.

Non è un caso che mentre gli altri popoli costruivano le Piramidi, il Colosseo, le Torri. Grandi Templi ecc. il popolo ebraico si sia dedicato alla creazione di un sistema educativo che parte dalla famiglia e poi arriva nelle scuole e nelle accademie. Non è un caso che le stesse sinagoghe vengono chiamate Scole perché appunto oltre ad essere luoghi di preghiera sarebbero diventate anche luoghi in cui insegnare alle giovani generazioni quali sono i motivi per cui si voleva e si doveva continuare ad essere ebrei. Non è un caso che i veri eroi del popolo ebraico sono sempre stati gli studiosi e i maestri e che lo stesso Mosè è chiamato il mostro maestro.

Mosè avrebbe potuto trascinare il popolo facendo discorsi sull’importanza della libertà appena raggiunta e avrebbe potuto trovare grande ascolto da parte dei fratelli che erano stati sottoposti a una schiavitù che durava da oltre 200 anni. Questo sarebbe stato un discorso che avrebbe avuto sì successo, ma per la sola generazione che era stata liberata dalla schiavitù. Mosè si preoccupa delle generazioni future, quelle che non sono state schiave in Egitto: il suo sguardo è molto più lungimirante. Se siamo ancora qui è perché non ci siamo accontentati di discorsi demagogici e privi di contenuto. Poco importa che il suo nome sia praticamente assente nella Agadà, l’importanza è che ci siano i giovani che hanno il compito di portare avanti il messaggio ricevuto sul Sinai.

Il futuro di ogni comunità dipende dalla nostra capacità di trasformare le sinagoghe e le nostre case in “scole” in cui insegnare, imparare e vivere l’ebraismo.

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