Bisogna purtroppo tornare sull’incidente che la settimana scorsa ha provocato l’abbattimento di un aereo spia russo da parte della contraerea siriana a Latakia dopo l’attacco con cui l’aviazione israeliana aveva distrutto una fabbrica iraniana di materiali bellici avanzati destinati ai terroristi di Hezbollah, come avevo raccontato con questo articolo. Il ministero della difesa russa ha infatti ribadito le accuse all’aviazione israeliana di essere responsabile dell’incidente, con il consenso di Putin, che pure ha assunto un atteggiamento di facciata più diplomatico e ha deciso di “rendere più sicure le truppe russe” prendendo contromisure elettroniche che renderanno difficile l’uso di strumenti di navigazione di aerei e razzi aria-terra nello spazio aereo siriano e sul mare prospiciente e soprattutto fornendo alla Siria un sistema antiaereo più moderno, chiamato SS300, nonostante gli appelli israeliani e americani a non mettere in mano ulteriori armi pericolose a personale evidentemente non professionale come quello siriano. Come ha commentato una bella vignetta, che fa dire ad Assad: “Chissà che altro regalo ci faranno i russi quando abbatteremo un altro loro aereo… “
I russi si sono presi la pena di fare una ricostruzione con un filmato in 3d di quel che è avvenuto. E’ interessante da guardare perché in buona parte conferma la versione israeliana. Si vede chiaramente che quando i jet israeliani sparano i loro missili contro le istallazioni dell’Iran, l’aereo spia russo è ben lontano, dalle parti della zona contesa di Idlib. Poi fa un giro sul mare, forse a studiare la fregata francese che navigava di fronte alla Siria e qui viene abbattuto venti minuti dopo l’azione israeliana, quando secondo la documentazione israeliana gli aerei erano già nello spazio aereo israeliano, trecento chilometri più a sud. La versione russa è che i cacciabombardieri israeliani sarebbero tornati indietro e si sarebbero “nascosti dietro” l’aereo a elica russo, molto più lento di loro. Ma non c’è nessuna ragione per una manovra del genere, non ha il minimo senso che dei bombardieri ritornino a colpire dopo venti minuti, avendo fatto un giro in alto mare, come mostra il filmato russo: se proprio dovevano ripetere il bombardamento, potevano farlo dopo una virata di alcuni secondi. E in effetti un’analisi dettagliata mostra che la versione russa è piena di contraddizioni e menzogne: forse per far dimenticare la vergogna di un aereo russo ucciso con armi russe da “preziosi” alleati della Russia, senza che le forze russe con la loro “avanzata tecnologia russa” presenti a poca distanza potessero farci nulla.
Ma non importa. Molto probabilmente questa crisi è stata attesa e fortemente voluta da una parte del sistema di potere russo che è fortemente prevenuto contro Israele e in ogni caso l’incidente tattico si è ormai tramutato in una crisi strategica fra Israele e Russia: sarà difficile per Putin tornare sui suoi passi. Una crisi del genere certamente non è come una causa davanti a un giudice basta solo una delle due parti per provocarla e quel che è in gioco sono i rapporti di forza, non la giustizia.
Il problema è che cosa accadrà adesso. Israele ha vitale necessità di impedire all’Iran di costruire le basi e i rifornimenti in Siria che potrà usare per attaccare Israele. E’ meglio rischiare di fare la guerra adesso che doverla subire fra qualche tempo con Iran e Hezbollah perfettamente armati ai suoi confini. La scelta della Russia di impedire per quanto può la navigazione elettronica nel cielo siriano e la consegna degli SS300 ha il senso di rendere il compito dell’autodifesa preventiva dell’aviazione israeliana assai più difficile. Ma bisogna notare che il sistema russo risale nella sua versione originale al 1979, aggiornato numerose volte fino al 2000, ma rimasto sostanzialmente simile, e cioè non è affatto così moderno. L’aviazione israeliana ha già avuto modo di addestrarsi a fondo su come evitare i suoi razzi, e inoltre dispone dei modernissimi F35 stealth (cioè non rilevabili dai radar). E Netanyahu ha messo in chiaro che Israele si riserva il diritto di distruggere tutte le minacce alla propria autodifesa. Il che significa che se gli SS300 proveranno a puntare sui jet israeliani, potrebbero essere a loro volta attaccato. Il sistema in realtà c’è già in Siria, a difesa delle basi russe, e proprio questa volta, quando i jet israeliani hanno attaccato a 30 chilometri dalla principale base aeronavale russa, non ha reagito.
Cambierà questa situazione? Si assisterà a uno scontro fra aviazioni israeliana e russa? Ci sono già stati dei momenti di tensione fra le due armate aeree, anche di recente. Israele ha sempre scelto di evitare il confronto. Ma, almeno localmente, i numeri dicono che l’aviazione israeliana è molto più potente e Putin lo sa benissimo. Aveva evidentemente deciso di uscire dalla neutralità mantenuta finora e di dare un segnale di appoggio all’Iran. Ma proseguirà questa politica fino a scontrarsi direttamente con Israele dietro a cui c’è l’appoggio degli Usa? I generali russi lo minacciano con chiarezza. Ma non è detto che alla Russia convenga davvero andare fino in fondo: dove per Israele la minaccia iraniana in Siria è una questione di vita o di morte, per la Russia si tratta di prestigio e di tenere in piedi un sistema di alleanze – cose che si possono aggiustare dopo aver fatto la voce grossa. Questa è la sola ragione per essere cautamente ottimisti. Ma certo che questa crisi, che trova poco spazio sui giornali, è il problema politico-militare più grave che Israele affronta da molti anni.