Una delle frasi che si ripete più volte durante la preghiera di Musaf di Rosh hashanà è l’espressione che si dice dopo avere ascoltato il suono dello Shofar: Hayom harat ‘olam. Le parole harat ‘olam sono dette da Geremia (cap. 20, 17) che è notoriamente un profeta che ha annunciato sventure puntualmente accadute. Siamo abituati a pensare che queste parole che normalmente vengono dette con particolare gioia significano “Oggi è il concepimento del Mondo”, quindi un giorno particolarmente importante da guardare con ottimismo.
In effetti l’espressione ha in Geremia tutt’altro significato: quando il profeta afferma: “Verachmà harat ‘olam”, intende augurarsi che l’utero della madre sia rimasto in eterno concepimento”. Questa diversa interpretazione ci porta ad analizzare una famosa discussione tra le due scuole in eterno contrasto tra loro: la scuola di Shammai e quella di Hillel. La prima riteneva che sarebbe stato meglio che l’uomo non fosse stato creato, la seconda sosteneva il contrario. Contrariamente alle aspettative, dopo un’accesa discussione, quando arrivarono a contarsi, la scuola di Shammai ebbe la meglio. Conclusero però che comunque sarebbe stato bene che l’uomo analizzasse le sue azioni e in sostanza che facesse del suo meglio nella vita che gli è concessa.
In effetti potremmo anche leggere l’espressione Harat ‘olam, come se si riferisse all’uomo che è chiamato ‘olam, perché ogni uomo è un mondo intero. Quindi: oggi che è il giorno del concepimento dell’uomo magari fosse stato un giorno in cui il concepimento fosse stato eterno e l’uomo non fosse mai stato concepito. L’espressione “Hayom harat ‘olam” ha quindi tre significati diversi che si completano l’un l’altro:
1. oggi è un giorno importante perché è il giorno in cui è stato concepito il mondo;
2. oggi è il giorno in cui è stato concepito l’uomo (Rosh hashanà ricorda infatti la creazione dell’uomo);
3. oggi però è un giorno in cui sarebbe stato meglio che il concepimento fosse stato eterno.
Per poter guardare con un atteggiamento positivo la storia dell’uomo e il suo destino, bisogna vedere come si muoverà nella vita. Il primo giorno dell’anno è proprio il momento in cui si può dare una nuova direzione alla nostra vita, perché “tutto va dietro il principio” oppure come diremmo noi “chi ben comincia è alla metà dell’opera”.