Dovrebbe essere capita, rispettata. E invece la Shoah continua a essere minimizzata e banalizzata, come se fosse un episodio con poca rilevanza.
A questa lista di persone che ogni anno annovera nuovi nomi, si è aggiunto Roger Hallam, co-fondatore del movimento ambientalista radicale Extinction Rebellion, conosciuta per le continua proteste contro i cambiamenti climatici.
Il 52enne britannico in un’intervista al settimanale Zeit ha sminuito l’enorme valore della Shoah:
“È un fatto che milioni di persone nella nostra storia sono state regolarmente uccise in circostanze terribili. I belgi sono venuti in Congo alla fine del XIX secolo e l’hanno decimato. A voler essere onesti si potrebbe dire che è un evento quasi normale, solo un’altra stronzata nella storia dell’umanità”.
Ma cos’è la Extinction Rebellion?
Prendiamo l’autodefinizione presente nel sito web in italiano del movimento ambientalista:
“Siamo un gruppo di attiviste/i che credono nell’efficacia della Nonviolenza nelle azioni e nella comunicazione di tutti i giorni e nella necessità di unirci per poter prosperare. Crediamo nella pace, nella scienza, nell’altruismo, nella condivisione di conoscenza. Nutriamo profondo rispetto per l’ecosistema nel quale viviamo, per questo motivo impegniamo le nostre vite a diffondere un nuovo messaggio di riconciliazione, discostandoci dal separatismo e dalla competizione, sulle quali la società moderna si basa; siamo i narratori di una storia più bella che appartiene a tutti noi, agiamo in nome della vita”.
E ancora:
“Proviamo rispetto per chiunque, anche coloro che non la pensano come noi: rispettiamo i funzionari in divisa, il Governo e le Istituzioni, nonostante l’inazione riguardo alla crisi ecologica e climatica”.
Rispetto per chiunque, ma non per la Shoah, un evento tragico della storia che ha visto morire milioni di persone e visto soffrirne tante altre.