Vladimir Putin ha attaccato le potenze occidentale, colpevoli di aver posto “un ebreo etnico alla guida dell’Ucraina” per “nascondere la natura anti-umana” del paese. Una grave accusa già utilizzata dal presidente russo che ha sempre giustificato l’invasione dell’Ucraina parlando del regime neo nazista di Kiev.
Nell’incontro con il direttore del museo sulla Grande Guerra Patriottica, Alexader Shkolnik, Putin ha continuato che “Bandera e altri come lui” sono responsabili dell’uccisione di 1,5 milioni di ebrei:
“I comuni cittadini in Israele capiscono questo meglio di tutti, guardate quello che dicono su internet”.
Le dichiarazioni del leader russo sono state rispedite al mittente dal consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, il quale su X ha scritto che le parole di Putin sono:
“L’ennesimo cinico tentativo di utilizzare il tema storico dell’Olocausto come vetrina per giustificare le moderne pratiche naziste russe e i crimini di guerra russi. Ancora una volta, una persona che dà deliberatamente l’ordine di attaccare un altro Paese con missili, uccidere in massa, stuprare, rapire bambini e spazzare via città e villaggi offre una nuova giustificazione per la sua inadeguatezza interna. Questa è l’ennesima conferma che il presidente russo vive in un mondo tutto suo, una bolla artificiale isolata dalla realtà. Ciò significa che è completamente incapace e impossibile negoziare con lui”.
Nello scorso giugno il presidente Putin aveva definito Zelensky come una “disgrazia per il popolo ebraico”.
Shoah e popolo ebraico. Un binomio che viene spesso tirato fuori in maniera assai “discutibile”. Sembra come se quanto accaduto nel corso della Seconda Guerra Mondiale sia la perfetta giustificazione per coprire le proprie “malefatte”.
Il presidente russo Vladimir Putin è tornato ad attaccare l’ebreo Zelensky e per giustificare una guerra che non ha alcun collegamento con la Shoah.