La Procura Generale Militare dell’esercito d’Israele si è finalmente pronunciata riguardo ad una delle più annose vicende accadute durante il conflitto a Gaza della scorsa estate. Quel tragico incidente che vide coinvolte le forze aeree israeliane che bombardando la spiaggia di Gaza uccisero accidentalmente quattro bambini palestinesi, Ahed Atef Bakr, Zakariya Ahed Bakr, Mohammad Ramiz Bakr, e Ismail Mahmoud Bakr.
Prima di pronunciarsi, la Procura nel corso di quasi un anno, ha raccolto un grandissimo numero di indizi, le testimonianze delle persone direttamente e indirettamente coinvolte e diverse immagini – integrali e parziali – dell’attacco. Innanzitutto l’incidente ebbe luogo in una zona presidiata da Hamas la cui funzione era quella di organizzare ed effettuare attacchi contro Israele. La zona in questione era delimitata da una recinzione che la separava dalla spiaggia adoperata dalla popolazione civile palestinese.
Dalle testimonianze raccolte, risulta che i gazawi erano a conoscenza del fatto che la zona raccoglieva i terroristi di Hamas e quindi della sua pericolosità. L’incidente avvenne il 16 luglio 2014 e il giorno prima IDF aveva portato a termine un attacco indirizzato ad un container dislocato proprio in quell’area, perché conteneva forniture militari necessarie per gli attacchi dell’organizzazione terroristica. Il giorno del bombardamento, l’esercito israeliano già valutava l’ipotesi che Hamas avrebbe di nuovo raggiunto quell’area per sferrare un attacco e secondo i filmati ripresi dall’alto della zona alcune figure procedevano a passo spedito, quindi correndo, verso un capanno adiacente al container, lo stesso che fu bombardato il giorno prima. Ma le immagini della videosorveglianza non riuscirono ad identificare le figure in questione come bambini. Quindi previa autorizzazione e rispettando le procedure militari, le forze aeree sferrarono l’attacco perché si valutò che non erano civili ma terroristi di Hamas.
La Procura oltre ad aver verificato che i militari di Gerusalemme hanno seguito tutte le procedure con giudizio e secondo la prassi, ha confermato le valutazioni prese poco prima dell’attacco che avrebbe peraltro garantito l’incolumità e la salvaguardia dei civili palestinesi come ad esempio la scelta stessa delle armi per il bombardamento. La Procura nonostante l’evidente errore che ha portato alla tragica morte dei quattro bambini, non procederà penalmente contro i soldati israeliani che li hanno uccisi.