Neanche la figura di Primo Levi è riuscita a placare quel sentimento contro la diversità tanto in voga in Italia.
Neanche la figura di un deportato nel campo di concentramento di Auschwitz è riuscita a proteggere gli ebrei dall’ennesimo insulto.
L’episodio si è verificato nel programma Fahrenheit, su Radiotre, in cui si stava parlando del centenario della nascita di Primo Levi. A portarlo alla ribalta è stata la conduttrice Loredana Lipperini, la quale ha rivelato che in redazione erano arrivati questi messaggi: “basta con questi ebrei” e “dovete fare cultura, non politica”.
Lipperini che poi ha scritto sul suo profilo Facebook:
“Rispetto a qualche anno fa, un peggioramento: questi sms arrivavano quando parlavamo di rom. Dunque la platea dell’odio si allarga. Comunque li ho letti, li abbiamo pubblicati. Non è tolleranza, è esposizione della realtà. Questi sono ascoltatori di radio tre. Amano i libri e la musica, ma non vogliono sentir parlare di ebrei. Che piaccia o no, è la realtà, e penso sia indispensabile conoscerla. Per quanto mi riguarda, dismessi i panni della conduttrice, aggiungo: per combatterla”.
La contestualizzazione dell’episodio ne aumenta la gravità: un programma per gli appassionati di letteratura e “non certo un catalizzatore di invasati ed estremisti, tantomeno uno sfogatoio di umori inaciditi”, come ha scritto Massimo Gramelli sul Corriere della Sera.
Quanto accaduto è l’ennesima dimostrazione dell’antisemitismo dilagante che sta attanagliando anche l’Italia.
Non è una cosa nuova. L’allarme venne lanciato dal Sergio Mattarella, che nel discoro del suo insediamento parlò dell’odio antiebraico che stava infettando la nostra società.