Voleva essere un “progetto educativo”, per far sopravvivere la storia “nella mente” di più persone possibile, “perché conoscere il passato può portare a un futuro più equo, positivo e inclusivo”.
Sono parole contenute in una lettera di scuse scritta da Robert Podles, proprietario di Cobi, un’azienda polacca di giocattoli, che aveva messo sul mercato una riproduzione della Mercedes G4 del 1939 utilizzata da Adolf Hitler per le sue uscite pubbliche.
Aveva, perché dopo le numerose polemiche, Podles ha deciso di togliere dal mercato, il gioco che doveva essere utilizzato, almeno nelle intenzioni, dai bambini dai sei anni in su per imparare la storia.
Un intento, che per ovvie ragioni, è rimasto tale. A spiegare il grosso passo falso è stato lo stesso Podles, che si è scusato: “Sfortunatamente, non abbiamo svolto un lavoro particolarmente buono nello spiegare questo obiettivo attraverso i nostri prodotti e le azioni recenti. Non ho considerato la grande differenza di opinioni ed emozioni da diverse parti del mondo”.
Podles ha tenuto a precisare:
“Sono il nipote di un soldato dell’esercito polacco che combatté per la sua patria nel 1939. Mio nonno fu fatto prigioniero dai sovietici e da lì fuggì. A differenza di tanti, è sopravvissuto all’orrenda occupazione nazista-sovietica. L’altro mio nonno era prigioniero del campo di concentramento di Treblinka”.
“Le esperienze della mia famiglia e del mio paese durante la Seconda Guerra Mondiale hanno plasmato il mio desiderio di non permettere mai che la storia si ripeta”, ha continuato il proprietario di Cobi, che ha chiosato: “Ho pensato che incoraggiando le conversazioni su questa storia attraverso giocattoli o repliche stavo andando nella giusta direzione. Credo ancora che sia così. In COBI continueremo a istruirci.
Tuttavia, una cosa che non cambierò è la mia missione per tutta la vita di assicurarmi di non permettere mai ai gruppi fascisti, autoritari e estremisti di esercitare il loro odio in questo mondo mai più”.
Podles ha affermato di credere “nella lotta all’antisemitismo in tutte le forme. A tal fine, COBI sosterrà attivamente l’Anti-Defamation League e altre organizzazioni che supportano questa causa in tutto il mondo”.
Non abbiamo motivi per non pensare che Podles dica il vero. L’unico dubbio che ci viene è il seguente: qual è la logica di dar vita a un gioco educativo, puntando sulla figura di Adolf Hitler, la cui sete di potere ha portato alla morte di milioni di persone?