Numerose opere d’arte sono state vandalizzate a Berlino con un liquido oleoso. Lo rivela un’indagine effettuata da Die Zeit e dall’emittente radiofonica Deutschlandfunk, secondo cui l’atto vandalico sarebbe stato fatto il 3 ottobre scorso, giorno dell’anniversario dell’unificazione tedesca.
Gli obiettivi colpiti sono Alte Nationalgalerie, il Neues Musem e il Pergamonmuseum: tre dei cinque fiori all’occhiello del complesso museale, situato sull’isola della Spree, nel cuore della capitale tedesca.
Al momento, però, nulla è stato confermato dalle autorità, anche se da ciò che filtra le indagini si stanno rivolgendo verso il Qanon, movimento complottista sorto negli Stati Uniti d’America, che in Germania ha fatto proseliti soprattutto nello chef vegano Attila Hildmann.
Attila Hildmann è un antisemita e uno dei più accaniti sostenitori delle teorie complottiste sul Covid-19, che poco tempo fa aveva diffuso su Telegram un messaggio in cui affermava, fra l’altro, che il Pergamonmusem non rimaneva chiuso a causa della pandemia, ma in realtà perché ospitava il “Trono di Satana” essendo di fatto il “centro dei satanisti e dei criminali del Coronavirus”.
Ma non solo perché nello scorso giugno, prima del suo delirio social, Hildmann era stato protagonista di un altro episodio controverso: era stato cacciato dalla scalinata dell’Altes Museum dove aveva regolarmente tenuto i suoi deliranti mini comizi.
La Fondazione Preussischer Kulturbesitz, che gestisce il museo, in seguito a tale episodio aveva esposto uno striscione all’ingresso dell’edificio contro l’antisemitismo, il nazionalismo e il razzismo.
Poco tempo dopo il complesso museale di Berlino è stato attaccato, una coincidenza?