Una delle procedure più strane della cena pasquale è quella della divisione della mazzà (azzima) centrale che si trova nel cesto del Sèder (il rituale che precede la cena in cui si racconta l’esodo degli ebrei dall’Egitto) : una metà viene rimessa nel cesto e un’altra metà viene nascosta sotto la tovaglia, viene poi estratta e mangiata rinominandola Afikomen alla fine della cena.
Ogni uomo, quando è incontaminato, può essere paragonato a una mazzà che non è stata aggredita e modificata dai fermenti. Se la mazzà che resta in evidenza nel cesto rappresenta quella parte di Israele che è riuscita a mantenere intatta la propria mazzà, la propria identità, senza lasciarsi ammaliare o ingannare da altre culture e civiltà, l’altra metà è quella che è rimasta nascosta, nell’attesa che noi la facessimo emergere dal buio della storia, dalle conversioni forzate.
A quegli ebrei che sono alla ricerca di una strada per tornare nell’alveo della Casa d’Israele i migliori auguri perché questo sia un Pèsach di liberazione e di riconquista della propria mazzà.