È subito diventata un caso la maglia antisraeliana indossata da un’insegnante di una scuola di Pavia. La maglia in questione recitava: “From the river to the sea. Palestine will be free”.
Una frase colta immediatamente da una studentessa israeliana, che ne ha parlato ai genitori, i quali hanno contattato la dirigenza della scuola e anche l’ufficio scolastico provinciale per chiedere di prendere provvedimenti e tutelare loro figlia, estremamente preoccupata per quanto successo.
La famiglia non ha ricevuto alcuna risposta, per questo la palla passerà all’avvocato, che deciderà se procedere con un esposto in Procura.
Per capire meglio, però, dobbiamo entrare nel dettaglio.
Prima cosa, diversi giornali hanno scritto di una maglia pro Palestina e non antisraeliana. La frase, infatti, non sposa solamente la causa palestinese, ma si “augura” la cancellazione dello Stato di Israele.
I due sentimenti non sono per forza automatici. Si può sposare la causa palestinese, ma non per questo chiedere la distruzione d’Israele.
La frase “From the river to the sea”, infatti, significa “dal fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo)” che equivale non alla soluzione a due stati che tanti media e politici ci propongono da anni, ma la non esistenza d’Israele.
E questo che ha turbato profondamente la studentessa, che non si è sentita offesa perché il suo paese è stato attaccato verbalmente, ma perché colei che le avrebbe dovuto insegnare delle nozioni, ha chiesto la cancellazione dello stato in cui è nata.
Sono questi i maestri da cui imparano i giovani italiani?
Da quando la scuola italiana è divenuta luogo dopo si insegna l’odio?