Il Muro dei Giusti situato presso il Memoriale della Shoah di Parigi è stato vandalizzato con mani rosse, divenuto nuovo simbolo della protesta per Gaza e per alcuni anche come segno di approvazione per le azioni terroristiche di Hamas, che rimanda la memoria al linciaggio di due riservisti israeliani, Vadim Norzich e Yosef Avrahami, a Ramallah durante la Seconda Intifada nell’ottobre 2000.
A denunciare l’episodio avvenuto tra il 13 e il 14 maggio è il sindaco della capitale francese, Anne Hidalgo, che ha affermato: “Condanno con la massima fermezza questi atti indicibili”.
L’Holocaust Memorial Foundation ha presentato una denuncia alla polizia, che ha aperto un’indagine contro ignoti, che secondo alcuni testimoni avrebbero agito incappucciati:
“Siamo indignati per questo atto codardo e odioso, indipendentemente dagli autori e dal significato di queste mani rosse”.
Sdegno anche nelle parole del direttore del Memoriale della Shoah, Jacques Fredj:
“Agiamo contro l’intolleranza e l’ignoranza in un momento di confusione e di strumentalizzazione della storia della Shoah e dei genocidi. Continueremo a dispiegare e ad amplificare la nostra opera di educazione e pedagogia contro la barbarie, contro l’antisemitismo e ogni forma di intolleranza”.
L’allusione al linciaggio di quasi 24 anni fa avvenuto nella West Bank è stato evidenziato dal presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche francesi (CRIF), Yonathan Arfi, che in un post social ha condiviso una fotografia dell’atto vandalico, associandolo a quanto avvenne a Ramallah.
La vicepresidente del CRIF, Nathalie Beizermann, ha affermato che le mani rosse:
“Sono un insulto alla memoria da parte di persone ignoranti che calpestano le nostre democrazie”.
Il gesto antisemita di Parigi è un fatto gravissimo, perché vuole collegare la Shoah a quanto sta avvenendo nella Striscia e perché è un messaggio anche a coloro che sostengono gli ebrei senza esserlo.
Il Muro dei Giusti, infatti, collocato nel cuore dell’antico quartere ebraico del Marais, porta i nomi di oltre 3.900 tra uomini e donne che, a rischio della vita, contribuirono al salvataggio degli ebrei in Francia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Non solo ebrei, quindi, ma tutti coloro che provarono a salvarli dallo sterminio nazista.
In altri termini: l’atto vandalico colpisce gli ebrei, ma anche tutti quelli che ne sposano la causa.