Le indagini sull’omicidio di Mireille Knoll stanno dando i loro frutti. Secondo la procura francese, infatti, il movente è da ricercare nell’antisemitismo. In un primo momento, era stata molta la cautela degli inquirenti, che non avevano confermato subito che la matrice dell’accaduto fosse l’odio verso gli ebrei.

Mireille Knoll è stata uccisa con 12 coltellate, venerdì scorso, nella sua abitazione di avenue Philippe Auguste, nell’XI arrondissement di Parigi, solo ed esclusivamente a causa della sua religione.

L’altra novità delle ultime ore è rappresentata dagli arresti, saliti a due per la morte della donna ebrea sopravvissuta alla Shoah: un 29enne musulmano e un suo complice di 22 anni.

La procura li ha arrestati per “omicidio a carattere antisemita”, che ha avanzato come ipotesi di reato un “assassinio in ragione dell’appartenenza della vittima a una religione, e su persona vulnerabile”.

Un assassino caratterizzato da una ferocia inaudita perché Mireille Knoll prima è stata accoltellata e poi è stata fatta bruciare assieme alla sua casa: i vigili del fuoco entrati nella sua abitazione hanno rinvenuto il cadavere carbonizzato.

Il corso delle indagini ha dato risposta alla richiesta del Consiglio di Rappresentanza delle istituzioni ebraiche in Francia (CRIF)  e del presidente del Concistoro ebraico, Joel Mergui, di far luce sul barbaro omicidio di Mireille Knoll, su cui è intervenuto il presidente francese, Emmanuel Macron, che in tweet ha scritto:

“Esprimo la mia emozione per il terribile crimine commesso contro la signora Knoll. Ribadisco la mia assoluta determinazione a combattere l’antisemitismo”.

Mireille Knoll è stata uccisa perché ebrea. È stata vittima dell’odio verso il popolo ebraico. Quello stesso odio che ha contraddistinto la sua adolescenza quando da bambina riuscì a scampare al rastrellamento di Parigi nel 1942.

In quell’occasione evitò la deportazione ad Auschwitz, venerdì scorso non ha potuto nulla contro l’antisemitismo contemporaneo.