L’11 settembre 2005, il disimpegno fu completato. E la Cnn annunciò: “La bandiera israeliana è stata ammainata su Gaza, a simboleggiare la fine di 38 anni di occupazione israeliana del territorio palestinese, due settimane prima del previsto”. Terminò così l’evacuazione delle “colonie” israeliane. Da allora, salvo i quattro orribili anni in cui il caporale Gilad Shalit è stato tenuto in ostaggio da Hamas senza vedere un giorno di luce, non un solo israeliano si trova nella Striscia di Gaza. Ma da allora, “l’occupazione israeliana di Gaza”, spesso sotto il termine “assedio”, è diventato un mito. Ora se ne riparla, sui media di tutto il mondo, anche italiani, a causa della nuova “crisi umanitaria” a Gaza, la mancanza di luce ed elettricità.
Hamas ha speso 120 milioni di dollari in armi e tunnel dal 2014. Avrebbe potuto costruirci 1,500 case, 24,000 letti di ospedale, 6 cliniche mediche e 3 impianti per l’acqua. L’unica elettricità che i palestinesi hanno a Gaza gliela passa Israele e l’Anp si rifiuta di pagare le bollette della luce. Anzichè i tunnel, i palestinesi avrebbero potuto scavare i pozzi per cercare l’acqua. E anziché usare l’elettricità per fabbricare i missili da lanciare su Israele, avrebbero potuto usarla per costruirci un impianto di desalinizzazione. Israele ne è leader mondiale. Sono certo che gli israeliani sarebbero felici di aiutarli.
Ma Hamas vuole lasciare i palestinesi nella miseria per sfruttarla, mungere la comunità internazionale e usare i soldi per fare la guerra a Israele e stiparli nei conti bancari all’estero. Ci sono, infatti, tanti, troppi soldi in ballo. Prendiamo i dati al 2014, all’ultima guerra di Gaza. 94 milioni di etiopi ricevono la metà degli aiuti che vanno ai 4,2 milioni di palestinesi. E la Liberia? Sono 4,3 milioni, come i palestinesi. Ma hanno avuto soltanto 571 milioni di dollari di aiuti. E il Kenya? Sono 44 milioni e ricevono 2,7 miliardi di aiuti. Col Piano Marshall, l’America distribuì 60 miliardi di dollari (rapportato a oggi) agli europei ricostruendola dopo la Seconda guerra mondiale. Secondo la Banca Mondiale, dal 1994 a oggi i palestinesi hanno ricevuto 31 miliardi di dollari in aiuti. Soldi finiti in gran parte nei tunnel del terrore.
La situazione per Gaza cambierà quando vedremo annunci di questo tipo: “Gaza, senza elettricità, ha emesso un mandato di cattura per i capi di Hamas che hanno dirottato miliardi di aiuti umanitari nei loro conti bancari privati”. Di Khaled Meshaal, capo di Hamas per vent’anni, si stima una ricchezza personale di 2,6 miliardi di dollari nei conti nel Golfo. Il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, ha comprato una villa a Rimal, quartiere ricco di Gaza City. E il suo vice, Mousa Abu Marzouk, ha una fortuna personale. Per loro, l’elettricità non manca mai.
Cari pacifisti e giornalisti, quando vedremo articoli di giornale, proteste di piazza e flottille contro “l’occupazione di Hamas”? Sarebbe un giorno davvero epocale.