Il nuovo leader di Hamas è l’intransigente Yehia Sinwar

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Medio Oriente

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Il nuovo leader di Hamas è Yehia Sinwar, che ha preso il posto di Ismail Haniyeh. 55 anni, Yahya Sinwar ha passato quasi metà della sua vita nelle carceri israeliane. Alle fine degli Anni 80 era stato condannato a quattro ergastoli (aveva ucciso un soldato israeliano), dopo esser stato alla guida dell’apparato di sicurezza del gruppo responsabile del monitoraggio e dell’uccisione dei palestinesi accusati di collaborare con lo Stato Ebraico.

Secondo il Guardian, dalla prigione di Tel Aviv dove era rinchiuso, Sinwar fu uno degli ideatori del sequestro del soldato israeliano Gilad Shalit, catturato e fatto prigioniero da Hamas dal 2006 al 2011, anno in cui venne rilasciato in cambio della liberazione di 1.027 palestinesi incarcerati, tra cui lo stesso Sinwar.

Sinwar è considerato come una delle persone più intransigenti che abbiano mai guidato l’ala militare di Hamas, le cosiddette Brigate Al Qassam, di cui il fratello Mohammed è uno dei comandanti.

Come spesso accade per i leader di Hamas, la propaganda palestinese lo descrive come un uomo carismatico, che ha condotto una vita modesta e esercitato la sua influenza, evitando l’esposizione mediatica.

Secondo Hani Habeeb, analista politico che vive a Gaza, il nuovo corso di Hamas è un chiaro messaggio di sfida a Israele e potrebbe essere un grosso ostacolo alla riconciliazione con Fatah.

Secondo un’indagine condotta da Human Rights Watch, sarebbe stato Sinwar a ordinare l’arresto e l’uccisione nel 2015 di Mohammed Ishtiwi, uno dei comandanti Brigate Ezzedin Al Qassam, accusato di essersi intascato molti soldi, che sarebbero serviti anche a pagare un uomo perché non rivelasse la loro relazione omosessuale.

All’interno del movimento terroristico che guida la Striscia, Sinwar avrà un ruolo molto decisivo: sarà a capo della direzione esecutiva del partito che vive una lotta intestina.

Da una parte c’è la fazione vicina al Qatar, ed è un gruppo più considerato “moderato”, guidato da personaggi come l’ex primo ministro Ismail Haniyeh e Khaled Meshaal, che vive in esilio proprio in Qatar; dall’altra la fazione formata dai cosiddetti “iraniani”, cioè dai membri di Hamas più vicini all’Iran, intenzionati a continuare la guerra contro Israele e addirittura meno inclini ai compromessi dei loro “colleghi” qatarioti.

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