50 anni fa il Vaticano stabiliva un nuovo rapporto con la religione ebraica attraverso la dichiarazione conciliare Nostra Aetate. L’Anti-Defamation League, un’organizzazione che si occupa di difendere i diritti degli ebrei nel mondo, ha definito l’approvazione di questo atto “il momento più importante nella storia moderna dei rapporti fra ebrei e cristiani”. La dichiarazione infatti, redatta durante il Concilio Vaticano II, contiene i principi generali che definiscono i rapporti fra la Chiesa e tutte le altre religioni.
Il passo cruciale di questo documento è senza dubbio quello in cui gli ebrei non vengono più considerati responsabili per la morte di Gesù, un’accusa che era stata tradizionalmente utilizzata per giustificare le persecuzioni. Inoltre viene totalmente rigettata ogni forma di antisemitismo e vengono riconosciute le comuni radici fra le due fedi religiose.
La decisione di ridisegnare i rapporti con gli ebrei nasce da Papa Giovanni XXIII: il pontefice, dopo la terribile esperienza della Shoah, tentò coraggiosamente di riparare i torti commessi dalla Chiesa nei confronti degli ebrei e l’immobilismo di Pio XII durante la Seconda Guerra Mondiale. Papa Roncalli agì anche grazie all’impulso di Jules Isaac, uno storico ebreo nato in Francia e sopravvissuto alla Shoah che concentrò i propri studi sulle motivazioni che spinsero molte persone ad accettare i piani di sterminio dei nazisti. Ne venne fuori che l’opinione pubblica era già ben preparata al genocidio per via della liturgia cristiana che conteneva quello che Isaac definì “l’insegnamento del disprezzo”, l’idea che gli ebrei fossero un popolo reietto e condannato all’esilio eterno a causa del deicidio. L’incontro fra i due nel 1960 costituì il vero e proprio punto di partenza per la creazione della Nostra Aetate sebbene molti documenti attestano che il pontefice avesse già da tempo maturato l’idea che la cristianità aveva avuto grandi responsabilità nella sofferenza degli ebrei.
Nonostante ci siano stati in seguito alcuni problemi, come la difficile instaurazione dei rapporti diplomatici fra Vaticano e Israele avvenuta solo nel 1993, dal momento in cui la Nostra Aetate è stata ufficializzata tutti i pontefici che si sono succeduti hanno preso seriamente l’impegno di migliorare i rapporti con la religione ebraica. Nel 1998 Giovanni Paolo II arrivò persino a chiedere scusa agli ebrei per non aver fatto abbastanza durante la Shoah. Per quanto riguarda l’attuale pontefice, Papa Francesco già prima di ricevere l’incarico era noto per i suoi buoni rapporti con la comunità ebraica argentina. In particolare Bergoglio condivideva uno show televisivo con il suo caro amico Rav Abraham Skorka oltre ad aver scritto a quattro mani con lui un libro sul dialogo inter-religioso.