Rapporto NGO Monitor denuncia: aiuti umanitari contro Covid-19 finiti nelle mani dei terroristi palestinesi

Finanziamenti targati ONU e OMS rimpinguano le casse di ONG legate al terrorismo palestinese

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Clara Salpietro
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Terrorismo

Rapporto NGO Monitor denuncia: aiuti umanitari contro Covid-19 finiti nelle mani dei terroristi palestinesi

Finanziamenti targati ONU e OMS rimpinguano le casse di ONG legate al terrorismo palestinese

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NGO Monitor: aiuti di ONU e OMS contro Covid-19 nelle mani di ONG legate ai terroristi

I finanziamenti delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) destinati a iniziative e progetti contro Covid-19 da attuare a Gaza e in West Bank finiscono nelle mani di ONG legate al terrorismo.

La denuncia arriva dall’Istituto di ricerca ONG Monitor, che nel report “No NGO Left Behind: The Politics of OCHA’s COVID-19 Humanitarian Aid in the West Bank and Gaza” mostra come i finanziamenti che dovrebbero servire per “rispondere alle esigenze di salute pubblica e alle immediate conseguenze umanitarie causate dalla pandemia di coronavirus in West Bank, compresa Gerusalemme Est, e nella Striscia di Gaza, finiscono a organizzazioni non governative (ONG) che hanno legami con organizzazioni terroristiche riconosciute a livello internazionale”.

Nel rapporto l’attenzione è focalizzata sul Piano di intervento per fronteggiare il Covid-19 messo a punto – già a partire da marzo – dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA), in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Nell’“oPt Inter-Agency Response Plan for COVID-19”, l’OCHA sostiene che per contrastare il coronavirus in West Bank e a Gaza sono necessari 34 milioni di dollari da destinare a numerose agenzie dell’ONU e ONG locali e internazionali. Questa somma nel report di fine Aprile è aumentata a 42 milioni di dollari.

L’OCHA spiega che “i 7 milioni di dollari aggiuntivi sono destinati a fornire sostegno ai centri di quarantena a Gaza e in West Bank, agli sforzi multisettoriali a Gerusalemme Est e al sostegno della rete di sicurezza per le comunità più vulnerabili”.

NGO Monitor fa notare che oltre al Piano di intervento dell’OCHA, l’UNRWA sta raccogliendo 93 milioni di dollari per il suo piano di intervento, illustrato nel report “flash appeal for the covid-19 response – March – July 2020”. Non è chiaro se vi sia “una sovrapposizione tra questi due appelli di finanziamento, soprattutto considerando che l’UNRWA è un partner attuatore dell’OCHA per numerosi progetti ed è incluso come parte della ” strategia comune ” nel recente piano di intervento anti Covid.

Secondo l’OCHA, West Bank e Gaza hanno bisogno di aiuti umanitari per aumentare la capacità di eseguire i test COVID-19, per espandere la capacità dei letti ospedalieri, per aumentare il supporto per le patologie respiratorie e le cure intensive, per fornire attrezzature di protezione personale e per assicurare che i programmi di salute pubblica siano ampiamente condivisi. Becca Wertman, direttore di ONG Monitor, afferma invece: “i fondi che devono servire per aumentare la capacità dei palestinesi di sconfiggere il COVID-19, vengono utilizzati anche per attività che non sono strettamente collegate e forniture essenziali e vitali”. In pratica non vengono utilizzati per attività umanitarie.

“È chiaro che le iniziative di advocacy delle ONG esistenti – prosegue Becca Wertman – , che spesso si occupano della propaganda e della politica anti-israeliana, sono state ribattezzate ‘COVID-19′ ma senza contribuire in modo concreto al soccorso umanitario d’emergenza”.

Quindi secondo Wertman “il sostegno finanziario a queste ONG si traduce in un aumento del rischio di distrazione degli aiuti. Spetta all’OCHA essere trasparente e riferire dettagliatamente sui finanziamenti che le ONG ricevono e da quale governo”.

Ecco quali sono le ONG partner dell’OCHA: Health Work Committees (HWC), Union of Health Work Committees (UHWC), Union of Agricultural Work Committees (UAWC), Union of Palestinian Women’s Committees (UPWC), and Palestinian Center for Human Rights (PCHR), tutti legati al gruppo terroristico del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (PFLP). Oltre a gruppi di advocacy come Yesh Din, Al Mezan, Adalah e HaMoked.

Il PFLP (Popular Front for the Liberation of Palestine) è considerato un’organizzazione terroristica da Stati Uniti, UE , Canada e Israele. È coinvolto in attentati suicidi, sparatorie e omicidi, oltre ad attività terroristiche contro civili, ed è stata la prima organizzazione palestinese a dirottare aerei negli anni ’60 e ’70.

Sia l’HWC che l’UHWC sono indicati nel report dell’OCHA come operatori del “Cluster Salute e Nutrizione” per progetti relativi al contenimento della “trasmissione del COVID-19 nell’oPt”.

“È importante notare – evidenzia l’Istituto di ricerca con sede a Gerusalemme – che nell’ottobre 2019, Waleed Hanatsheh, “direttore finanziario e amministrativo” di HWC, è stato arrestato per aver partecipato a un attacco terroristico guidato dal PFLP in cui un 17enne è stato assassinato. Hanatsheh è attualmente sotto processo per l’omicidio. UHWC è invece identificato da Fatah come “affiliato” del PFLP. UAWC è affiliato a PFLP e il suo direttore finanziario Samer Arbid è attualmente sotto processo per aver guidato una cellula terroristica del PFLP che ha ucciso una ragazza israeliana di 17 anni nell’agosto 2019. La PNGO, organizzazione ombrello di ONG palestinesi, comprende 135 organizzazioni palestinesi e nel 2017 ha condannato la Norvegia per non aver concesso finanziamenti a un centro giovanile intitolato a Dalal Mughrabi, un terrorista che nel 1978 ha ucciso 37 civili, tra cui 12 bambini”. I dettagli sui legami delle ONG con il gruppo terroristico PFLP sono riportati sul sito dell’NGO Monitor.

Secondo l’Istituto di ricerca, il Piano dell’OCHA, che prevedeva la raccolta di 42 milioni di dollari, ha finora raccolto quasi 23 milioni di dollari (report del 12 – 18 maggio) dai governi donatori, tra cui Unione Europea, Canada, Regno Unito, Svezia, Irlanda, Norvegia e Spagna.

“Nella maggior parte dei casi – ha detto il professor Gerald Steinberg, presidente dell’ONG Monitor -, i funzionari dei vari Paesi non si preoccupano di seguire come viene speso il denaro dei contribuenti. Questo apre le porte agli sprechi delle Nazioni Unite e, peggio ancora, ai fondi stanziati per scopi medici che finiscono a favore di gruppi affiliati alle organizzazioni terroristiche palestinesi. I governi devono prestare attenzione a questi dettagli e prendere le misure necessarie per impedire alle Nazioni Unite di dirottare i fondi”.

Nel suo rapporto, l’ONG Monitor ha suggerito di adottare misure per garantire che i fondi raccolti per la risposta umanitaria sostengano realmente questi progetti, comprese le misure di salvaguardia raccomandate per evitare che i fondi raggiungano le ONG o altri soggetti legati a gruppi terroristici designati a livello internazionale.

“Il nostro rapporto – è il commento di Gerald Steinberg – fornisce un’istantanea di come si presenta l’aiuto umanitario in situazioni di crisi e delle carenze che lo accompagnano”.

La tabella mostra come la maggior parte dei finanziamenti è destinata ad attività che sono “al di fuori del Piano di intervento” – questo sta ad indicare che le somme non sono collegate al piano COVID-19 coordinato dall’OCHA – e quindi non a “nuovi interventi”, ma piuttosto alla “riprogrammazione di fondi precedentemente stanziati o impegnati per altri interventi”.

“Non è chiaro – scrive l’NGO Monitor nel report – se i donatori possano esercitare un adeguato controllo sulla spesa, soprattutto perché sono coinvolte diverse ONG legate al PFLP ed inoltre l’ONU non rispetta la lista delle organizzazioni terroristiche soggette a misure restrittive dei governi donatori”.

“I funzionari dell’UNICEF, uno dei partner attuatori del Piano di intervento – si legge -, hanno ringraziato i donatori per la fornitura di “fondi flessibili”. L’OCHA si riferisce anche alla “riprogrammazione dei fondi precedentemente stanziati o impegnati per altri interventi”. Entrambi i termini suggeriscono la disponibilità di alcuni governi donatori di rinunciare alle necessarie misure di salvaguardia, alla corretta verifica, alla responsabilità e alla supervisione durante il periodo di crisi”.

 

In Israele, West Bank e Gaza, l’UNICEF collabora con diverse ONG e organizzazioni legate al terrorismo che promuovono campagne di delegittimazione contro Israele. Lo dimostra anche il rapporto dell’NGO Monitor dal titolo “UNICEF and its NGO Working Group”.

Tra le raccomandazioni che l’NGO Monitor rivolge all’OCHA e all’OMS c’è

“di interrompere ogni collaborazione con le ONG che hanno al suo interno personale che ha legami con organizzazioni terroristiche, compresi soggetti che hanno legami con il PFLP; garantire una maggiore trasparenza sulle modalità di assegnazione dei fondi e dare priorità alle misure fondamentali per la salvaguardia delle vite umane”.

Ai governi donatori chiede invece:

“di rivedere tutti i finanziamenti ai progetti dell’OCHA e all’OMS in modo da garantire che i fondi non vengano distribuiti alle ONG con legami con le organizzazioni terroristiche, assicurare che gli organismi delle Nazioni Unite rispettino e aderiscano alla legislazione nazionale sul terrorismo e alle liste delle organizzazioni terroristiche; garantire che i finanziamenti siano utilizzati esclusivamente a fini umanitari e istituire meccanismi di monitoraggio continuo per garantire il costante rispetto di queste best practices”.

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