Durante un evento in memoria del defunto Primo Ministro Yitzhak Shamir a Gerusalemme, il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito il tentativo di spiegare il terrorismo palestinese con la disperazione “scorretto”. Secondo Netanyahu il terrorismo non dipende dalla disperazione per l’impossibilità di costruire qualcosa ma “dalla frustrazione per l’incapacità di distruggerci”. Per il leader del Likud questa lettura esonererebbe i palestinesi da qualsiasi responsabilità per le loro azioni. Inoltre Netanyahu ha ricordato come gli attacchi contro gli ebrei siano iniziati ben prima della fondazione dello Stato Ebraico e della nascita della questione territoriale, a prescindere dalla presenza o meno di un processo di pace aperto.
Il Premier indica nell’incitamento alla violenza la causa principale del terrorismo. Come nel 1920, quando il Gran Muftì di Gerusalemme sostenne che gli ebrei volevano distruggere la Moschea di Al-Aqsa, sono le autorità religiose islamiche a soffiare sul fuoco dell’intolleranza che ha portato all’ondata di attentati contro cittadini israeliani.
Sono 32 (28 israeliani più 3 stranieri) le vittime del terrorismo che ha ripreso vigore da Ottobre 2015. Un bagno di sangue che ha coinvolto anche circa 170 palestinesi. Di questi almeno due terzi sono stati uccisi dalle forze di sicurezza israeliane mentre cercavano di compiere un attentato.
Nel frattempo l’Iran ha annunciato la scorsa settimana di voler offrire un sostegno economico alle famiglie degli attentatori morti sul campo. Un’assistenza che l’Autorità Nazionale Palestinese ha rifiutato perché vorrebbe che i fondi fossero prima versati nelle casse dell’organizzazione diretta da Mahmoud Abbas per poi essere redistribuiti ai destinatari. La già fragile Autorità Nazionale Palestinese non vorrebbe veder crescere all’interno dei suoi confini l’influenza iraniana anche a causa dei suoi legami con Hamas, l’organizzazione terroristica di Gaza rivale dell’ANP. Israele dal canto suo ha già denunciato l’annuncio degli iraniani definendolo “la dimostrazione che l’Iran continuerà a finanziare il terrorismo nonostante la rimozione delle sanzioni internazionali”.