Sei neonazisti sono finiti in manette in Germania. L’accusa è di aver fondato un gruppo terroristico che voleva colpire oggi, giornata in cui il paese festeggia la Riunificazione. Secondo le forze dell’ordine gli estremisti di destra tedeschi arrestati in Sassonia avevano pianificato attentati contro alcuni stranieri, a cui era stata data la caccia nello scorso agosto a Chemnitz, dopo la morte di un 35enne per mano di un gruppo di profughi, fra cui un iracheno e un siriano.
Proprio la città in cui erano scoppiati i disordini alla fine dell’estate fa parte del nome scelto dai terroristi per il loro gruppo: “Rivoluzione Chemnitz”. Terroristi che hanno un età compresa fra 27 e 30 anni che, secondo la Procura federale, avevano già provato a procurarsi armi per compiere attentati.
Secondo l’accusa, gli obiettivi degli arrestati era quello di colpire gli stranieri e i politici che non rientravano nell’aria della destra. Fra di loro, cinque erano stati protagonisti nelle 48 ore di fuoco scoppiate a Chemnitz.
L’estremismo di destra non è l’unico problema in Germania riguardo al terrorismo. In questi giorni, infatti, un siriano poco più che ventenne è stato arrestato a Berlino con l’accusa di voler organizzare un attacco chimico contro Israele. La polizia è riuscita a intervenire dopo alcune intercettazioni telefoniche.
Queste due operazioni di polizia riflettono il pericolo che sta vivendo la Germania. Da una parte paese leader di una traballante Europa, dall’altra luogo in cui si concentrano vari terrorismi, che stanno acquisendo sempre più potenza.
A saltare all’occhio (per quanto riguarda i sei arresti di Chemnitz) è l’organizzazione di questi giovani, che in poco tempo avevano pianificato attacchi ed erano vicini a procurarsi delle armi.